La diretta dell’incontro Bersani-M5S. Sembravano quattro amici al bar…
Pier Luigi Bersani ha parlato ai rappresentanti del M5S con la pacatezza dell’uomo di esperienza, del vecchio zio che intende riportare sulla retta via i nipotini riottosi (ma senza esagerare: “Io vi rispetto, sapete…”). Ha chiesto responsabilità, ha evocato la catastrofe, ha detto “qua è una cosa seria, non siamo mica a Ballarò”. Ma non li ha convinti. Roberta Lombardi e Vito Crimi, dall’altra parte del tavolo, un po’ come fanno gli esaminandi davanti all’esaminatore, con voce cordiale e flautata, hanno detto no. Era scontato e si sapeva. Nessuna fiducia in bianco, gli elettori grillini vogliono così. Lui dice: non avete l’esclusiva del cambiamento. Loro rispondono: sono vent’anni che sentiamo dire le stesse cose. Non fa breccia sui grillini neanche l’idea della convenzione per la riforma della Costituzione. Loro si sentono solo sorveglianti, non ancora salvatori della patria. Un colloquio modesto che non meritava certo la diretta streaming con la quale si è sacrificata ancora una volta la serietà della politica all’inutile dea della trasparenza. Una primizia inaugurata in questa XVII legislatura e fa più notizia questa cosa dei contenuti effettivi del colloquio, “normalizzato” e depotenziato proprio dal fatto di essere stato reso pubblico. Bersani si è fatto infliggere un’ulteriore umiliazione da ragazzini inesperti per sentirsi dire ancora una volta no. E chi ha seguito e ascoltato, se prima aveva idea che nelle consultazioni si parlasse di programmi, di futuro, di politica insomma, è rimasto inevitabilmente deluso. Delusione anche per chi si aspettava chissà quali trame ai piani alti. Nulla di nulla. I destini della patria sono appesi a qualcosa di molto simile alle chiacchiere da bar. Chi ha seguito e ascoltato è rimasto attonito dinanzi ai fiacchi tentativi di convincimento di Bersani: “Attenti, potreste pentirvene”. E i grillini a replicare: “Non siamo noi la causa di questa crisi”. L’annoiato botta e risposta di una coppia di separati in casa avrebbe, forse, riservato qualche infiammata emozione in più. Povero Bersani. Povero M5S. E povera politica.