I quotidiani Pd giustificano Renzi dalla De Filippi: «È come il Papa che va dai detenuti di Casal del Marmo»

29 Mar 2013 10:58 - di Redattore 92

È una caccia alla motivazione tattica, quella che vede impegnati in queste ore i quotidiani vicini al Pd, sulla presenza di Matteo Renzi alla trasmissione “Amici” di Maria De Filippi. Con Bersani quasi fuori gioco nella corsa per Palazzo Chigi, il sindaco di Firenze è diventato un cavallo obbligato su cui puntare. E da difendere in ogni sua scelta. Prendete l’Unità che relega a un box pagina 7 la notizia, rubricata come “Il caso”: «L’appuntamento è fissato per sabato 6 aprile, su Canale 5, e i vertici di Mediaset si attendono un’audience molto alta. È proprio il numero di telespettatori ad avere convinto il sindaco a salire su un palco per lui inconsueto e durante la puntata sarà intervistato da alcuni ragazzi in studio sui temi dell’impegno politico e amministrativo. Ad Amici sarà la prima volta di un politico». Come a dire che in questo caso Parigi val bene la messa… in onda.

E a proposito di messa c’è chi ricorre a un paragone quasi blasfemo e spiega che Renzi a Canale 5 è come Papa Francesco «che va a Casal del Marmo a lavare i piedi dei detenuti minori». Lo fa sul quotidiano Europa  l’ex consigliere d’amministrazione della Rai Stefano Balassone che cerca di spiegare dal punto di vista strategico perché Renzi sia costretto, da futuro leader del Pd, ad andare persino sull’odiata tv berlusconiana. «La ragione sta nelle cifre dell’Auditel. Gli show politici di Santoro, Floris etc sono seguiti essenzialmente da persone dai 45 in su che abitano al Centro e al Nord». invece «il pubblico di Amici è l’esatto contrario, composto per due terzi da giovani e da abitanti del Sud. «Insomma, la morale è che nei talk show politici si parla della sofferenza sociale mentre ad Amici la si incontra, incarnata nella sua audience». E quindi Renzi, se vuole diventare il successore di Bersani (e magari andare a Palazzo Chigi) «deve comunicare al settore antropologicamente più “berlusconiano” dei palinsesti tv». Come se si fosse già in clima di primarie o di nuove elezioni.

 

 

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