Monti snobba Udc e Fli: “Non sono la loro ancora di salvataggio”

5 Feb 2013 20:26 - di Redazione

Che aria tira tra Monti e i suoi alleati Udc e Fli? Il clima non è proprio dei più affiatati e lo dimostra quel “non sono salito in politica per offrire un’ancora di salvataggio a Casini e Fini” pronunciato oggi da Mario Monti. A ciò si aggiunge il fatto che i sondaggi (Swg e Piepoli) inchiodano lo scudocrociato al 3%, con una percentuale quasi dimezzata rispetto a quella accreditata a Casini nel momento della nascita della Lista Monti. Casini si affretta a negare che ci siano malumori verso Monti, ma tra gli staff sarebbero intercorsi contatti senza sottacere la difficoltà che si vive a via Due Macelli, anche acausa del continuo puntualizzare da parte del prof la differenza tra la nuova società civile e la pur ‘buona’ vecchia politica. Del resto, nonostante da giorni Casini e Fini parlino di gruppi unici (oggi lo ha fatto lo stesso Monti) alla Camera e al Senato e nonostante i leader di Udc e Fli per il dopo voto parlino di partito unico, in agenda ad oggi non c’é alcuna iniziativa comune, né foto che immortalino insieme i tre leader, né ipotesi di comizi o manifestazioni pubbliche insieme. “Siamo sparpagliati sul territorio per cercare di raccogliere più voti possibili”, spiega senza essere troppo convincente Monti. Casini intanto getta acqua sul fuoco, anche se il 3 % dei sondaggi di oggi è percentuale pericolosamente vicina alla soglia del 2% che blocca l’accesso dei partiti in coalizione alla Camera (ma in ogni caso l’Udc rientrerebbe come primo dei non eletti, certo con gravissimo danno di Fli). A chi gli chiede se sia preoccupato della ‘cannibalizzazione’ dei voti Udc da parte della Lista Monti, Casini replica fingendo meraviglia: “Io sono candidato al Senato per la Lista Monti, quindi non sono preoccupato della sua crescita. Semmai sarei preoccupato del contrario…”. Ma al di là delle dichiarazioni di facciata, la tensione resta. “Di cosa si lamenta Casini? – commenta un esponente di punta di Scelta Civica -. È lui che ha voluto a tutti i costi, seguito da Montezemolo, che ci fossero liste separate alla Camera e non una lista unica come al Senato”. Intanto Monti e Casini si contraddicono a distanza sulle unioni gay. All’apertura del premier, che trova sia arrivato il momento di “andare in direzione dell’Europa” sul riconoscimento dei diritti per le coppie gay, Casini ribatte secco: “Noi seguiamo la nostra coscienza e non credo cambieremo opinione indipendentemente da valutazioni che possono avere anche altri nella nostra coalizione”.

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