L’ingovernabilità? Bersani non cerchi scuse: se vuole ridurre le tasse c’è l’appoggio del Pdl

28 Feb 2013 19:24 - di Giovanni Centrella

L’ingovernabilità è un punto di vista e come tale può essere ribaltato. Di questo rischio si parlava prima di conoscere l’esito delle elezioni. Non da ore, da mesi. Negli scenari dei quotidiani tale prospettiva è stata così tante volte prospettata e sviscerata da non poter indicare facilmente l’eventuale “untore”. Ma adesso non conta il colpevole, conta di più quel fenomeno che in sociologia si chiama “profezia autoavverante”. Che, spiegata in poche parole, significa: continuando a parlare di una paura, quella si concretizza. Una strategia maggiormente efficace soprattutto in alcuni campi: mercati finanziari, campagne elettorali, psicologia. Non a caso, forse, quando lo spoglio delle schede ha rivelato in tutta la sua evidenza novità per alcuni inaspettate, come la grande rimonta del centrodestra, “ingovernabilità” è stata la parola usata immediatamente per decifrare una situazione inaccettabile soprattutto da quel partito che fino ad una manciata di minuti prima era convinto di essere il vincitore. Una parola utile anche a preparare già il terreno ad una apertura al Movimento cinque stelle, considerato fino all’altro ieri “non democratico”, chiudendo irresponsabilmente le porte al Pdl, cioè all’altro grande partito che sa come si governa e come si legifera. Se questa incessante incapacità di leggere la realtà non andasse a discapito del Paese e degli italiani, sarebbe divertente godersi lo spettacolo in silenzio per verificare fino a quali conseguenze può portare un errore. Ma poiché in gioco c’è molto, anzi tutto, a partire dal problema degli esodati, passando per la disoccupazione e la mancata crescita, fino ad una vera riforma fiscale, siamo costretti come Ugl e come organizzazione sindacale a dire finché non verremo ascoltati quello che pensiamo. Non è ammissibile parlare di ingovernabilità, quando si aspira a essere la guida di un Paese. Si deve accettare semmai l’esito delle urne, spesso imprevedibile, e poi lo si interpreta scegliendo come governare in base alle indicazioni date dal voto stesso. Non ci si può arrendere al primo ingresso in Parlamento del M5S e non all’evidente rimonta, quasi un pareggio, del Pdl. È infine pericoloso agitare l’ingovernabilità poiché a livello internazionale e nella stessa Europa, qualcuno ha già iniziato a speculare sulla nostra presunta incertezza.

*Segretario generale Ugl

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