Arrestato per bancarotta Angelo Rizzoli: crac da 30 milioni

14 Feb 2013 12:57 - di Redazione

L’imprenditore Angelo Rizzoli è stato arrestato a Roma dalla Guardia di Finanza. L’accusa è di bancarotta fraudolenta. La Procura capitolina contesta a Rizzoli un crac finanziario da 30 milioni di euro. Sequestrate società e immobili per un valore di 7 milioni, compresi la residenza della famiglia Rizzoli ai Parioli (composta da 21 vani), la tenuta ‘Cà de dogi’ e diversi terreni a Capalbio (Grosseto) ed alcune quote de Il Sole 24 Ore. La moglie Melania risulta anch’essa indagata per concorso in bancarotta. Il produttore televisivo e cinematografico, nonché ex editore, è stato arrestato in qualità di amministratore unico della società holding in liquidazione Rizzoli audiovisivi srl (ora Tevere audiovisivi srl). Rizzoli, secondo l’accusa, avrebbe cagionato con dolo il fallimento di quattro delle società controllate (Produzioni internazionale srl, Ottobre film srl, Delta produzioni srl e Nuove produzioni srl). La Finanza ha indagato sulle società fallite e poi sulla Rizzoli Audiovisivi in liquidazione, accertando che Rizzoli era il regista delle predette imprese, mentre gli amministratori di diritto delle stesse si limitavano unicamente a svolgere una funzione di “prestanome”, essendo essi privi di qualsiasi potere decisionale. Basti pensare che dal 2004 al 2011 Rizzoli ha prelevato dalle casse della Rizzoli Audiovisivi soltanto a titolo di compenso di amministratore oltre 6 milioni di euro, in controtendenza rispetto all’andamento economico della società ed al progressivo aumento della sua esposizione debitoria.

«In pratica – si legge sul sito di Paese Sera – Rizzoli utilizzava le società controllate (poi dichiarate fallite) per la produzione in subappalto dalla controllante Rizzoli Audiovisivi di prodotti cinematografici e televisivi, i cui proventi venivano poi incamerati interamente dalla controllante stessa. Quest’ultima ometteva di pagare le fatture delle controllate operative, rendendo le stesse non in grado di far fronte ai debiti assunti nei confronti dei propri fornitori e soprattutto dell’Erario (per oltre 14,5 milioni di euro) e degli Istituti Previdenziali (Inps ed Enpals), per oltre 6 milioni di euro. Da qui l’istanza di fallimento presentata dall’Agente della riscossione Equitalia. Tra le produzioni televisive realizzate dalle società poi fallite si citano le note fiction tv “Capri”, “Il Generale della Rovere”, “Ferrari”, “Cuore”, “Marcinelle” e l’opera cinematografica “Si può fare”».

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