Sondaggi: Monti c’è. Ma azzera Fini e Casini
Secondo i rilevamenti che pubblica oggi Mannheimer sul Corriere della sera, il tecnico che non sarebbe mai sceso in politica (e infatti, ci è “salito”!), all’indomani del lancio della sua lista e con un anno di campagna elettorale già alle spalle, raggiunge circa il 9%. Che piaccia o meno ai sondaggisti, il “circa” è sempre d’obbligo. La lista Monti, non manca di ricordare il sondaggista, è inclusiva della lista Monte(zemolo). Al polo montiano vanno inoltre aggiunte le “ali” di Casini e Fini. E qui il sondaggio si fa più interessante. Monti, nella strategia di Casini doveva essere “il valore aggiunto” del Terzo Polo. Allo stato attuale, con Monti che gli ha consegnato fette importanti di potere mentre era al governo (si pensi al nuovo monocolore democristiano in Rai, tanto per farsi un’idea) e che oggi gli fa da prestanome per nuove ambizioni di governo, l’Udc è precipitata alla soglia del 4 per cento. Questo per chiarire che Casini, da solo, se dipendesse dagli italiani rischierebbe di non entrare nemmeno in Parlamento. Sul Fli meglio non commentare. Il merito di aver fatto cadere il governo del centrodestra, di aver aperto la strada al Kommissar Monti e quindi spianato la strada del potere alle sinistre, vale a Fini un risicato 1 per cento di consenso elettorale. Con il Pdl che, sempre secondo Mannheimer, veleggia oltre il 20 per cento (a cui aggiungere un ulteriore 3 o 4 delle liste satellite) e la Lega ritornata al 6, si può dire che senza il voltafaccia di Casini e Fini, in un ottica bipolare, il centrodestra batterebbe ancora il centrosinistra attestandosi intorno al 45. I “moderati” (secondo l’oscena dizione che si dà di chi vota irriducibilmente contro la sinistra) in Italia restano maggioranza. Purtroppo l’Italia resta anche la Patria del trasformismo. Grillo cala, ma per noi non è una sorpresa. Il teatrino è carino, ma dopo un poco stanca. Anche Mannheimer collega la diminuzione del numero degli indecisi al ritorno pubblico di Berlusconi. La sinistra continua a lanciare proclami in cui si chiede di mettere il bavaglio all’ex premier perché, dicono, più va in video più cresce nei sondaggi… Cioè: non fatelo parlare agli italiani sennò li convince! Incredibile. In Italia chiedere che non si pubblichino intercettazioni illegali è un attentato alla libertà di espressione, mettere nero su bianco che un cittadino non debba parlare agli elettori altrimenti prenderebbe voti sembra un’affermazione normale…