Bersani scarica l’Udc. E il “Ft” ha già paura della sinistra di Nichi

6 Dic 2012 0:02 - di

Sembra ormai chiaro che la strategia di Bersani è quella di puntare a governare con una sinistra “potenziata” dalle primarie, dalle quali Vendola è uscito ridimensionato al primo turno ma determinante al ballottaggio, anche se un altro obiettivo del leader sembra essere quello di creare una lista-civetta dei moderati che vogliano entrare nella coalizione grazie al “pontiere” Tabacci per compensare il mancato aggancio del terzo polo. Di sicuro l’esito delle primarie del centrosinistra e la possibile operazione “autosufficienza” del Pd costringe il fronte dei montiani a ricalibrare meglio la sua offerta sull’elettorato moderato deluso dall’esperienza berlusconiana. In ogni caso la proposta di Bersani si è definita in modo netto con un baricentro molto più spostato a sinistra rispetto al progetto originario del Pd. Gli ultimi sondaggi dicono che Bersani può farcela anche senza Casini, soprattutto perché di cedere Palazzo Chigi a Monti, dopo la vittoria delle primarie, il segretario non vuole sentir neanche parlare. Tutto ciò nonostante i “poteri editoriali forti” facciano pressione su Bersani affinché sostenga un Monti bis proprio con i centristi e comunque si ponga nel solco del suo governo sostenendone l’agenda. «Il compito principale di Bersani è quello di chiarire che il suo governo seguirà il cammino tracciato da Monti. Il che significa mantenere la stessa linea in materia di finanze pubbliche, non fare marcia indietro sulle pensioni e sulle riforme del lavoro e tagliare la spesa pubblica così da finanziare le riduzioni fiscali per imprese e lavoratori», è l’invito al segretario del Pd formulato in un editoriale del “Financial Times” in cui si sottolinea come «Bersani deve scalare una montagna per riuscire a dimostrare che è possibile dare all’Italia una guida di sinistra».
«La coalizione scombinata che ha sostenuto Prodi fra il 2006 e il 2008 – ricorda il giornale britannico – ha ottenuto pochi risultati ed è rapidamente crollata. In un momento di crisi l’Italia non si può permettere una simile instabilità. Bersani deve costruire una coalizione abbastanza unita da durare per un intero mandato». Il Ft evidenzia le inquietudini degli osservatori esterni sul futuro governo: «Il panorama politico italiano – si legge nell’editoriale – ultimamente è stato chiaro come il grigio cielo autunnale sopra Milano: gli investitori si chiedono se Mario Monti riuscirà a servire per un secondo mandato come presidente del consiglio». Ma il risultato delle primarie, scrive il quotidiano economico, «ha dato una buona spinta a Bersani per diventare primo ministro». Tuttavia, se «fino ad ora il candidato del Pd ha ringraziato Monti per il suo lavoro» Bersani, per il Ft, «non è stato altrettanto chiaro nel sostenere la sua agenda». Ma «dovrebbe farlo presto, perchè – conclude l’editoriale – alla fine è questo che detereminerà la credibilità di qualsiasi futuro governo italiano agli occhi degli investitori de dei partner europei».

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