Muoia l’Italia perché viva l’Europa?
La settimana scorsa – com’è noto – sul voto alla Camera sul Fiscal compact e sul Meccanismo di Stabilità europea, all’interno del Pdl si sono manifestate posizioni molto diverse. Ovviamente il commento della stampa – quasi tutta ostile – è stato che il Pdl stava andando in pezzi. Curiosamente quando eravamo tutti d’accordo si diceva che il Pdl era una caserma e che tutti erano appecoronati e si parlava di “unanimismo”; quando c’è dibattito, invece, dicono che va tutto in pezzi… Al contrario, il dibattito tra diversi esponenti del Pdl – uno dei pochi di livello verificatisi nell’ultimo anno a Montecitorio – è stato interessantissimo e degno di maggior nota. Soprattutto perché, anziché contrapporre come nelle fantasie giornalistiche nostalgici di an e nostalgici forzisti, ha visto contrapposti argomenti e visioni di pari dignità, quella di chi sostiene che la salvezza è in un maggiore e più rapido trasferimento di sovranità all’Europa nella prospettiva di un rafforzamento economico e politico di tutto il Continente e chi non crede che si stia andando verso l’Europa che auspicavamo e ritiene di dover prima di tutto salvare i popoli e le nazioni che la costituiscono. Avendo quel giorno molto ascoltato e poco parlato, sono giunto a una banale posizione: il Parlamento rappresenta il popolo sovrano e quindi non può votare per cedere la sovranità di cui è semplicemente “rappresentante” – sia essa politica o economica – ad altri popoli, Stati o realtà sovra-nazionali. È come se una banca decidesse di cedere i soldi dei correntisti a qualcun altro senza nemmeno chiedere il permesso.