«Imu più soft e da abolire tra un anno»

4 Mag 2012 20:28 - di

Niente sconti sull’Imu, attacca Angelino Alfano, che la giudica una tassa insostenibile e vessatoria, a dispetto delle paginate che anche ieri i giornali “amici” del governo hanno messo giù per dimostrare che quell’imposta fa meno male al portafoglio di quello che gli italiani pensano. «L’Imu deve diventare una tantum e non va replicata per il 2013 sulla prima casa. Propongo che sia provvisoria. La casa è un bene sacro e la prima lo è ancora di più». Prima di chiudere la campagna elettorale per le amministrative nella sua Sicilia, il segretario del Pdl convoca una conferenza stampa per ribadire al governo Monti che non intende cedere sull’Imu, soprattutto quella sulla prima casa. «Sono soddisfatto per la nostra proposta di rateizzare l’Imu che è diventata legge dello Stato, si tratta di un ottimo inizio, ma non basta», dice. Una linea dura, raccontano, concordata negli ultimi giorni con Silvio Berlusconi, per sottolineare che il Pdl non diventerà mai il partito delle tasse. Lo stato maggiore di via dell’Umiltà assicura lealtà al premier, ma non sarà succube dei tecnici.

La lettera inviata ai sindaci
Davanti a tv e stampa il segretario parte in quarta contro l’aumento delle tasse, prendendo spunto da una lettera inviata ieri mattina ai sindaci eletti con il Popolo della libertà: «Ognuno si deve impegnare direttamente in questa battaglia contro l’Imu, una tassa profondamente ingiusta: manterrai invariata l’aliquota, non aumentando ulteriormente rispetto a quanto stabilito dal governo, rinunciando per prevalenti ragioni di equità a risorse aggiuntive, oppure fisserai un’aliquota inferiore». L’ex Guardasigilli mantiene il tono conciliante di sempre verso il premier, ma non arretra sul fronte fiscale e rilancia sulla compensazione alle imprese creditrici dello Stato: «Oggi ho depositato la nostra proposta di legge: si tratta di un ddl delega, il che significa che è fatto per avere la massima collaborazione con palazzo Chigi, non è certo un atto ostile». «Il Parlamento fa la cornice e poi l’esecutivo deve intervenire. È una scelta metodologica di collaborazione e non un atto ostile contro l’esecutivo», assicura Alfano. L’obiettivo non dichiarato, spiegano, è arrivare a ottobre e scongiurare il previsto incremento dell’Iva, che graverebbe sulle famiglie e le imprese, bloccando i consumi.

Nessuna rivolta fiscale, ma…
Il segretario del Pdl insiste poi per l’abolizione della tassa sulla prima casa e assicura che promuoverà ogni iniziativa politica per perorare la causa, escludendo, però, il ricorso a manifestazioni di piazza, perchè la via maestra è fare una buona legge«. Alfano si fa sentire anche sulla riforma del finanziamento ai partiti, gettando acqua sul fuoco dopo le polemiche sollevate dall’ennesimo rinvio del testo base a firma Calderisi-Bressa: «Con il rinvio di giovedì, visto che in mezzo c’è il week end elettorale, non casca certo il mondo. L’importante, però, è che si faccia questa riforma». E se arriva prima la proposta di Giuliano Amato?, lo pungolano i cronisti. Alfano replica secco: «Qualsiasi proposta in materia deve passare dal Parlamento, non c’è la possibilità di scavalcare o superare i partiti, ma come ha detto giustamente il presidente Schifani, prima facciamo e meglio è».

E l’Udc? Difende Monti e l’Imu
«Alfano sa benissimo che il Paese non è in grado di sostenere l’abolizione dell’Imu, così come non è stato in grado di sostenere quella dell’Ici. Non è più il tempo delle promesse dell’ultimo minuto per vincere le elezioni: bisogna far vincere l’Italia». Anche ieri il portavoce del governo Monti, che come secondo lavoro da il segretario dell’Udc, Lorenzo Cesa, ha replicato piccato al segretario del Pdl Angelino Alfano sull’Imu.
«È un poco singolare che dall’Udc, così prodiga di critiche ai tagli portati dal precedente governo, e anch’essa parte di una storia e di una pratica politica nazionale e locale non estranea all’uso generoso delle risorse pubbliche, vengano ora prevalenti incoraggiamenti ad affliggere la condizione degli italiani», è la replica di Mariastella Gelmini.
Con il Pdl, invece, sta per una volta l’Italia dei Valori: «Così come è strutturata l’Imu è una tassa iniqua e vessatoria, perchè se la prende con tutti i cittadini, soprattutto con le fasce più deboli e più oneste», ha detto ieri Antonio Di Pietro. Tutto ciò «invece di far pagare ai deboli, ai pensionati, ai contadini, agli imprenditori che hanno uno stabilimento in cui fanno lavorare gli operai, facessero pagare l’Imu agli istituti bancari, alle fondazioni bancarie. Il governo Monti la smettesse di favorire sempre e solo le lobby economico-finanziarie e di annichilire le famiglie e le piccole e medie imprese». Dal Pd, invece, arriva una proposta bipartisan: «L’Imu sulle prime case di valore modesto e medio è un onore pesantissimo in una fase così difficile. Se Lega e Pdl intendono andare oltre la propaganda elettorale, sostengono con noi l’innalzamento dell’attuale detrazione Imu da 200 a 300 euro e si rendano disponibili a innalzare l’aliquota per gli immobili a uso residenziale di valore superiore a 1.2 milioni di euro. È una soluzione che eliminerebbe l’Imu per 2/3 delle abitazioni di residenza senza fare perdere gettito ai comuni. È la stessa proposta che facemmo a dicembre come emendamento al decreto Salva-Italia e che il Pdl rifiutò», spiega Stefano Fassina, responsabile Economia e Lavoro del Pd.

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