Grillo testimonial di un partito-azienda
Salve, vorrei sapere se siete voi a scegliere i candidati di Beppe Grillo? «No, tutto avviene a livello locale». Loro raccontano che vengono da voi a fare i colloqui. È falso? «Facciamo incontri organizzativi». Quindi non li scegliete voi? «No comment». Possiamo sapere che rapporti economici intercorrono tra voi e Grillo? «No comment». Possiamo parlare con il presidente? «Non rilascia interviste». Da abile giocatore di squash, sport elitario per fighetti milanesi di buona famiglia, Mario Bucchich, al telefono, fa sponda sul muro a ogni domanda. La Casaleggio Associati, autorevole società di marketing sul web che ha contribuito in modo determinante al miracolo politico di Beppe Grillo, ha affidato a lui la comunicazione e i rapporti con i giornalisti. Con i risultati di cui sopra.
L’ufficio nella Milano da bere
Si respira un’atmosfera sulfurea, in quelle lussuose stanze della Casaleggio, in pieno centro meneghino, nel triangolo della Milano da bere, tra Via Manzoni, via Montenapoleone e la Scala. È lì che nasce il fenomeno Cinque stelle, altro che movimento liquido, improvvisato, spontaneo e popolare: con Grillo siamo davanti a un’evoluzione raffinata e tecnologica del partito azienda che Berlusconi fece decollare dalla capitale economica d’Italia nel ’94. Solo che al posto della strategia dei manifesti subliminari e degli spot tv confidenziali, c’è l’uso massiccio della propaganda sui social network, materia su cui la Casaleggio Associati è tra i massimi esperti mondiali. Anche perché questa società che prima serviva Di Pietro e oggi Grillo, ha una perfetta conoscenza del “nemico” nel suo patrimonio genetico, avendo frequentato direttamente quel mondo della cinica finanza lobbistica contro cui Grillo spara quotidianamente. I manager della Casaleggio Associati, tutti rigorosamente ex Telecom, vantano antichi agganci con gli apparati finanziati e i cosiddetti “poteri forti”, si muovono da sempre nei salotti del potere e nel curriculum possono esibire collaborazioni con potenti gruppi editoriali come il “Sole 24 Ore” e la prestigiosa università di Monti, la Bocconi, da cui provengono anche i cervelli (i professori Massimo Amato e Luca Fantacci) che hanno contribuito all’exploit di Federico Pizzarotti a Parma.
Il guru che lavorava con Colaninno
«Scusi ma il presidente Gianalberto Casaleggio non ha un minuto per noi?». «Gianroberto, prego! No». Clic. Mario Bucchich ha deciso che il tempo è scaduto. Ma basta andare sulla home page della società per comprendere che il guru “Gianroberto” è un tipo piuttosto ambizioso. Si dichiara convinto che ormai le elezioni si vincono sul web, parla da esperto internazionale delle strategie comunicative di Obama ma poi vira su Beppe Grillo e lo colloca al terzo posto per numero di “followers” sui social media, a livello mondiale, dopo Obama e Gingrich, quarto dietro Romney, ma solo su Youtube.
Le cronache di Internet sfornano materiale a profusione su Gianroberto Casaleggio, che come Bucchich inizia la sua carriera nell’Olivetti di Roberto Colaninno, poi diventa amministratore delegato di Webegg, joint venture tra Olivetti e Finsiel: a fine giugno 2002 Olivetti cede la propria quota (50% del capitale) in Webegg Spa a IT Telecom Spa, che nel 2000 ha dato vita a Netikos Spa, dove Casaleggio fa parte del Cda con Michele Colaninno (secondogenito di Roberto e presente nel Cda Piaggio). Poi nel 2004 passa con altri dirigenti Webegg a fondare la Casaleggio Associati e l’anno successivo parte il primo blog di Beppe Grillo. Poi arrivano i contratti con L’Italia dei Valori, fino all’esclusiva chiesta dal Movimento Cinque Stelle di Grillo, per il quale la Casaleggio gestisce tutta l’attività sul web ma anche la consulenza sui testi degli spettacoli del comico, con la scelta di parole chiave ad alto impatto emotivo e di facile presa su un elettorato tendenzialmente mal disposto nei confronti della politica. Ai vertici della Casaleggio siede Enrico Sassoon, bocconiano, anch’egli con un passato a Webegg, poi direttore scientifico del gruppo “Il Sole-24 Ore” ed attualmente nel board, come presidente del Comitato Affari Economici, dell’American Chamber of Commerce in Italy, un’organizzazione paralobbistica indirizzata a favorire i rapporti commerciali delle corporation americane in Italia. In questa organizzazione non governativa coltivano rapporti d’affari i responsabili di grandi multinazionli come Philip Morris, Ibm, American Airlines, Cisco, Eni, Microsoft Italia, Rcs Editori (Cesare Romiti). Ma Sassoon siede anche nel board dell’Aspen Institute,di cui è presidente Giulio Tremonti (e che ha Monti tra gli iscritti), un organismo elitario di ricerca economica finanziato da fondazioni come la Carnegie Corporation, la Rockefeller Brothers Fund e la Ford Foundation.
L’aria che si respira alla Casaleggio, in sintesi, non è esattamente la stessa che si surriscalda a suon di accuse alla finanza e alla politica nelle piazze italiane arringate da Grillo.
La Casaleggio e la Jp Morgan
Tutta l’attività politica di Grillo, dunque, è mossa scientificamente con i fili del marketing telematico dagli uffici milanesi della Casaleggio, che cura anche la “moderazione” del blog del comico. Ma non disdegna di coltivare anche un proprio profilo internazionale. A proposito di partnership, qualche anno fa la Casaleggio annunciò pubblicamente attraverso le agenzie di stampa la nascita della collaborazione con Enamics, società statunitense leader in business technology management, che vanta nel board rappresentanti di gruppi economici e finanziari come Northrop Grumman, il Dipartimento del Tesoro Usa, Bnp Paribas, American Financial Group e JP Morgan, banca d’affari del gruppo Rockefeller. Quanto basta per poter cancellare a Grillo e al suo staff di consulenti l’etichetta di partito che viene dal basso. Se per basso non s’intende il profilo delle sue vere strategie politiche.