Partiti, c’è la bozza di riforma: soldi anche per le primarie
I mercati non guardano solo l’ammontare del debito pubblico, considerano anche «la riforma elettorale, la riduzione del numero dei parlamentari, il finanziamenti ai partiti». Lo dice il premier Mario Monti e sono parole che spronano i partiti a prendere decisioni ai fini di quella credibilità che ancora conta per lo spread. Un suggerimento che arriva dopo il no di martedì alla sede legislativa sulla proposta di legge firmata da Alfano, Bersani e Casini (ribattezzata pdl ABC) per controlli più severi sui bilanci dei partiti. Ora la proposta è tornata in sede referente in prima commissione dove, nonostante l’impegno a garantire una corsia preferenziale, ci sono tempi tecnici da rispettare. La discussione generale prenderà il via il prossimo 25 aprile (che però è un festivo). Il mandato al relatore a riferire in aula è stato fissato al 10 maggio, che cadendo di giovedì scivolerà al 14-15 maggio prossimi. Salvo sorprese, i relatori saranno Gianclaudio Bressa del Pd e Peppino Calderisi del Pdl. Il testo copsiddetto ABC andrà avanti in modo separato rispetto alle altre proposte di legge (17) sull’attuazione dell’articolo 49 della Costituzione. Non c’è stato il segnale forte che l’opinione pubblica si aspettava dopo gli scandali che hanno coinvolto Margherita e Lega.
Solo a maggio, invece, prenderà corpo il testo unico di riforma dei partiti per quel che riguarda l’applicazione dell’articolo 49 della Costituzione. La commissione ha dato tempo al relatore, Andrea Orsini, fino al 9 maggio per ‘fondere’ le varie proposte in un solo provvedimento. A questo scopo Orsini ha messo a punto un testo che lui stesso definisce «una traccia», consegnandolo ai diversi gruppi parlamentari. Tra i diversi aspetti della proposta Orsini, dove non si fa cenno al taglio dei finanziamenti pubblici, c’è l’espressa competenza della Corte dei conti sul controllo sui bilanci dei partiti e la pubblicazione dei bilanci stessi sul sito della Camera. Ancora, i partiti che non esistono più, nello specifico che non si presentano alle politiche e alle europee, perdono il diritto a tutti i tipi di rimborso compresi quelli di tipo editoriale. Inoltre, vengono introdotte per legge le primarie con i relativi rimborsi per i partiti per sostenerle e, tra l’altro, si concede elettorato attivo a stranieri residenti, minorenni e fuori sede. Le cariche del partito sono a tempo determinato. Sotto accusa per la mancata accelerazione dell’iter della proposta ABC sui bilanci dei partiti è finita la Lega, che ha raccolto le firme (tra cui quelle di Stracquadanio e Bertolini del Pdl) per togliere la sede legislativa al provvedimento. «La Lega Nord – ha puntato l’indice Fabrizio Cicchitto, capogruppo del Pdl alla Camera – e specialmente quei deputati della maggioranza che, con la firma del documento contestativo della concessione della legislativa per ciò che riguardava il disegno di legge sul controllo nei contributi dei rimborsi ai partiti, l’hanno bloccata, si sono assunti una grave responsabilità, giocando di fatto al tanto peggio tanto meglio. Con la proposta di legge Alfano-Bersani-Casini intanto si regolamentavano in modo rigoroso i contributi esistenti, poi c’era e c’è tutto il tempo di discutere sui livelli di questi contributi e sul finanziamento pubblico in generale». Ma la Lega respinge le accuse e rilancia con una popria proposta definita «una sfida agli altri partiti», nonché «una riforma vera e non finta come quella targata ABC» che parte proprio dall’abrogazione dei rimborsi elettorali. «I partiti devono riuscire a trovare i finanziamenti come le associazioni e le onlus – dice Roberto Maroni nel corso di una conferenza stampa a Montecitorio – che non sono certo meno importanti». Le risorse, si afferma nella proposta, dovranno arrivare attraverso il 5 per mille e attraverso i contributi dei militanti.