Luca, “Italo” e l’offensiva dei centristi sulle Ferrovie

5 Apr 2012 20:43 - di

Sarà un caso, ma negli ultimi due mesi di legislatura, da quando Montezemolo ha annunciato per la primavera la “scesa in campo” del suo Italo (in senso di nuovissimo treno, non di onorevolissimo Bocchino) sono partite ad alta velocità decine di interrogazioni parlamentari sulle Ferrovie dello Stato. Quasi tutte contro i vertici delle Fs. Tantissime a firma Udc (Cera, Ciccanti, Mereu, Formisano, solo per fare qualche nome), di Fli (Menia, Lo Presti), ma anche del Pd (Gasbarra, Capodicasa, Martella), per non parlare di quella zona grigia di parlamentari che si muovono lungo la linea di centrocampo e che stanno nel Misto. Ognuno ha una stazione da difendere, un inconveniente da denunciare, una protesta vibrante da far trasferire, tramite il ministro dell’Economia Passera, all’amministratore delegato delle Fs Moretti. Il quale avrà tante colpe (ieri s’è affannato a promettere investimenti sui pendolari e sulle tratte regionali) ma di sicuro ha il problema di doversi confrontare con un “competitor” come la Ntv di Montezemolo e Della Valle che gioca la sua partita solo sul binario più comodo, quello dell’Alta velocità, e per di più con una corposa spinta della politica. Che lo ama o lo teme.
C’è un partito, consapevole o inconsapevole, di matrice centrista (a conferma di un antico feeling tra Casini e Montezemolo) che sembra lavorare a suon di atti parlamentari per favorire l’ingresso sul mercato del concorrente delle Fs, incalzandolo sulle sue, peraltro evidenti, inefficienze. Un’area politica piuttosto definita che può vantare anche il contributo trasversale di parlamentari del Pdl e perfino dell’Idv. Uno di loro, Elio Lannutti, qualche giorno fa s’è scagliato addirittura contro il ministro Passera chiedendo di mettere alle strette Moretti perfino per un caso del 2008 di una persona morsicata da un cane a bordo di un treno delle ferrovie. Di Pietro che serve assist a Montezemolo? No, ma Luca, ovviamente, gradisce tutto ciò che di negativo in questo momento finisce sui giornali a proposito della società di trasporto pubblico. Compreso quell’ondata di interrogazioni parlamentari che l’Udc ha scaricato negli uffici parlamentari su quelle nevicate di febbraio che tante polemiche avevano scatenato anche contro l’amministratore delegato delle Fs. Un’altra dimostrazione di come la “febbre” parlamentare sulle Ferrovie faccia segnare nelle ultime settimane temperature sempre più alte, è l’imminente nascita dell’ennesima Commissione d’indagine sul trasporto su ferro, che a giorni vedrà ufficialmente la luce in Commissione Lavori Pubblici del Senato. Anche qui balza agli occhi il fatto che solo due mesi fa la Commissione Trasporti della Camera aveva concluso i suoi lavori per la medesima indagine, con due anni di impegno e l’audizione di ventidue soggetti. Ora a Palazzo Madama si ricomincia daccapo.
In questo caso l’iniziativa è del senatore del Pd Marco Filippi, un esperto di trasporti, uno che da anni segue il progetto del “competitor” delle Fs, un progetto che un paio d’anni fa aveva definito “sicuramente interessante”, ma – aveva aggiunto – vorremmo essere sicuri che «vi siano condizioni di effettiva reciprocità tra i principali paesi comunitari e che in Italia sventoli solo la nostra bandiera tricolore». Filippi, in virtù del suo legittimo ruolo di parlamentare chiamato a vigilare anche sulla gestione della concorrenza nel suo settore di riferimento, è un tipico esempio di chi in questa fase sembra tifare sfacciatamente più per il privato che per il pubblico. Già nel 2008, agli albori del governo Berlusconi, il deputato toscano si scagliava contro il ministro dell’epoca chiedendosi se «c’è qualcuno che sta cercando di ostacolare lo sviluppo e la concorrenza nell’alta velocità in Italia». Quanto tutto ciò abbia a che fare con la simpatia politica per un soggetto nuovo che potrebbe coagulare le anime moderate del Pd con quelle già marcatamente “montezemoliane”, come Udc e Fli, non è possibile dirlo. Ma intanto, anche ieri Montezemolo ha confermato che per ora non scende in politica. Il che confermerebbe le ipotesi più maliziose.

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