Black Bloc? No, erano estremisti rossi
Una retata di estremisti di sinistra, anarchici e antagonisti (altro che Black Bloc stranieri) è stata portata a termine ieri mattina dalla Digos e dai carabinieri che hanno eseguito a Roma, Teramo, Ancona, Civitanova Marche (Macerata), Padova e Cosenza numerosi provvedimenti cautelari emessi dal gip del Tribunale di Roma, dando esecuzione anche a decreti di perquisizioni locali e personali, per reati che vanno dalla devastazione e saccheggio alla resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale, reati commessi nel corso della violenta manifestazione che l’ultrasinistra tenne a Roma il 15 ottobre scorso. Le indagini sono state condotte nei confronti di soggetti inseriti all’interno dell’area antagonista e anarchica nazionale, appartenente all’estrema sinistra, nonché in direzione di alcune componenti provenienti dalle tifoserie calcistiche. Tra queste emergeva un gruppo della provincia di Teramo, all’interno del quale erano inseriti esponenti di Azione Antifascista Teramo, resisi responsabili di più azioni criminose lungo lo svolgimento del corteo e in particolare dell’assalto e dell’incendio al furgone blindato dell’Arma dei Carabinieri. Sono state tredici le misure cautelari, emesse dal gip di Roma, Amoroso, su richiesta del sostituto procuratore Minisci del pool antiterrorismo della Procura di Roma diretto da Giancarlo Capaldo, di cui sette misure degli arresti domiciliari e sei dell’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria, in cui si contestano i reati di devastazione e saccheggio e resistenza pluriaggravata a pubblico ufficiale; quattordici i decreti di perquisizione locale e personale. In particolare a Roma due arresti domiciliari e tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria, quattro arresti domiciliari a Teramo e provincia, uno ad Ancona, tre obblighi di presentazione alla polizia giudiziaria a Padova, Cosenza e Macerata. La decisione del gip sui provvedimenti adottati non ha soddisfatto la Procura della Repubblica, tanto è vero che è già stato presentato ricorso al Tribunale del Riesame per chiedere misure più severe per tutti. Lo ha spiegato il procuratore aggiunto Giancarlo Capaldo, nel corso della conferenza stampa insieme al capo della Digos, Lamberto Giannini, e al comandante del Ros, colonnello Massimiliano Macilenti. Dall’indagine è emersa la tipologia dei manifestanti, tutti comunque riconducibili all’estrema sinistra: alcuni appartengono all’area studentesca, altri al mondo degli ultrà del calcio (ci sono tifosi della Roma e del Teramo), altri all’area anarchica più dura, uno al movimento No Tav e altri ancora sono esponenti del movimento Lotta per la Casa. Nel corso delle perquisizioni sono stati anche ritrovati gli indumenti usati durante gli scontri ed altro materiale come coltelli e machete. Proprio gli indumenti ritrovati hanno confermato la partecipazione di chi li possedeva agli incidenti del 15 ottobre in quanto usati per travisarsi. Nella Capitale sono stati sottoposti agli arresti domiciliari S.G. e Z.M., noti alla Digos e al Ros per la loro appartenenza al contesto ultras romanista, in particolare al gruppo Offensiva Ultras, i quali sono stati riconosciuti in piazza San Giovanni nell’atto di attaccare il blindato dei carabinieri, poi dato alle fiamme, il primo con una trave di legno ed il secondo con un martello. Sempre nella Capitale, le tre persone sottoposte alla misura della presentazione alla polizia giudiziaria sono note per la loro militanza nel movimento antagonista capitolino: fra queste C.F., di 58 anni, ha partecipato a varie iniziative dei movimenti di lotta per la casa e ha numerosi precedenti penali per furto aggravato, truffa, porto abusivo e detenzione di armi, falso, inosservanza dei provvedimenti dell’autorità, sfruttamento della prostituzione e violenza privata. Cinque persone sono state colpite da misure cautelari degli arresti domiciliari a Teramo e ad Ancona: M.M., T.M., Q.C., D.R. e G.M. In particolare, D.R., leader del movimento Azione Antifascista Teramo ed aderente al gruppo ultras della Teramo calcio, annovera numerosi precedenti di polizia per associazione a delinquere finalizzata alla devastazione, rissa, lesioni personali ed ingiurie, attualmente sottoposto a Daspo e primo dei non eletti alle elezioni comunali di Teramo per Rifondazione Comunista, mentre G.M., esponente del movimento Azione Antifascista Teramo ed aderente al gruppo ultras della Teramo calcio, è stato ripreso nell’atto di scagliare un sanpietrino contro il carabiniere nel momento in cui questo era costretto ad abbandonare il mezzo per mettersi in salvo. M.M., aderente ai movimenti di estrema sinistra, ha precedenti di polizia per reati contro la persona ed in materia di sostanze stupefacenti, e è sottoposto a Daspo.