Lavoro: Monti passa la palla ai giudici
Se l’interpretazione che dava ieri la Repubblica delle intenzioni del Governo riguardo all’art. 18 fossero fondate, saremmo veramente alle “comiche finali”. Secondo il quotidiano dell’ing. De Benedetti, il techno-esecutivo ipotizzerebbe – per uscire dal labirinto in cui si è infilato – di scaricare il barile ai singoli magistrati, che deciderebbe in coscienza e libero discernimento l’esito delle singole vertenze. A dire: niente regole fisse, nessuna certezza del giudizio, si salvi chi può e a chi tocca non s’ingrugna. Il tutto con la Fornero che continua a sostenere che l’articolo 18 è un disincentivo nei confronti degli investimenti stranieri, perché nessuna società non-italiana si arrischierebbe a operare con una normativa che fa prevalere sempre il “favor laboratoris” a discapito dell’azienda. E con Monti che va in giro per il mondo a tentare di convincere qualcuno a fare shopping in Italia. A parte il fatto che pensare di rilanciare lo sviluppo non già aumentando la competitività e la produttività interna bensì chiedendo ad altre economie di investire nel nostro paesetto fa molto terzo mondo, non è certo immaginabile che la prospettiva di consegnarsi all’arbitrio di un singolo giudice, condizionato come chiunque da convinzioni personali e/o ideologiche (specialmente in questo campo) possa rasserenare chi sinora s’è tenuto lontano dall’Italia proprio per sfiducia nei tempi e nelle modalità della nostra amministrazione della giustizia.