Lavoro: Monti passa la palla ai giudici

30 Mar 2012 20:43 - di

Se l’interpretazione che dava ieri la Repubblica delle intenzioni del Governo riguardo all’art. 18 fossero fondate, saremmo veramente alle “comiche finali”. Secondo il quotidiano dell’ing. De Benedetti, il techno-esecutivo ipotizzerebbe – per uscire dal labirinto in cui si è infilato – di scaricare il barile ai singoli magistrati, che deciderebbe in coscienza e libero discernimento l’esito delle singole vertenze. A dire: niente regole fisse, nessuna certezza del giudizio, si salvi chi può e a chi tocca non s’ingrugna. Il tutto con la Fornero che continua a sostenere che l’articolo 18 è un disincentivo nei confronti degli investimenti stranieri, perché nessuna società non-italiana si arrischierebbe a operare con una normativa che fa prevalere sempre il “favor laboratoris” a discapito dell’azienda. E con Monti che va in giro per il mondo a tentare di convincere qualcuno a fare shopping in Italia. A parte il fatto che pensare di rilanciare lo sviluppo non già aumentando la competitività e la produttività interna bensì chiedendo ad altre economie di investire nel nostro paesetto fa molto terzo mondo, non è certo immaginabile che la prospettiva di consegnarsi all’arbitrio di un singolo giudice, condizionato come chiunque da convinzioni personali e/o ideologiche (specialmente in questo campo) possa rasserenare chi sinora s’è tenuto lontano dall’Italia proprio per sfiducia nei tempi e nelle modalità della nostra amministrazione della giustizia.

Commenti