Gli “indignados dell’acqua” sedotti e abbandonati
Sedotti e abbandonati come nelle classiche commedie all’italiana e costretti ad azioni da reality show per farsi notare. Per i militanti dell’Acqua pubblica (per intenderci, quelli del referendum) tira una brutta aria: gli avevano fatto credere di essere i protagonisti di una nuova stagione politica, erano corteggiati dai giornali e dalle tv, dai partiti e dai comitati cittadini, erano considerati i nuovi eroi che avrebbero salvato tutti dal triste destino di trasformare le storiche fontanelle dei quartieri in macchinette mangiasoldi. La campagna di disinformazione era stata così potente da convincere anche il più scettico degli elettori. Poi, dopo l’esito referendario, grande festa e brindisi, champagne e coriandoli, fuochi d’artificio per l’arrivo del governo dei tecnici e lo sfratto di Berlusconi. Ma proprio i tecnici hanno rimesso in gioco la questione dell’acqua inserita – secondo voci ricorrenti – nel pacchetto delle liberalizzazioni. Apriti cielo, qui si deve protestare. Con un piccolo particolare: non c’è più il Pd a dare una mano, perché per i “democratici” il referendum serviva solo a mobilitare la gente e destabilizzare l’esecutivo di centrodestra. Ecco allora che ieri alcuni militanti del Coordinamento romano Acqua pubblica hanno fatto un blitz nel cortile interno del ministero del Tesoro per chiedere il rispetto dell’esito referendario, con tanto di slogan e megafoni: «La nostra è stata una protesta pacifica, ci siamo seduti in terra e abbiamo aperto gli striscioni». All’esterno del portone del dicastero i manifestanti hanno continuato a rumoreggiare. Le prime agenzie di stampa parlavano di “indignados”. E loro hanno voluto specificare: «Non siamo indignados, ma una trentina di persone del Forum». Come dire, non confondeteci. Ma su di loro è sceso il silenzio, nessuna dichiarazione di solidarietà, nessun comunicato. Il Pd è sparito nel nulla, i giornali on line hanno minimizzato la protesta, i riflettori si sono spenti. Trattati come i fazzoletti usa e getta.