L’orrore di una madre: spaccava i denti al figlio di 11 anni per ottenere i soldi dell’assicurazione

24 Set 2021 14:47 - di Gabriele Alberti
madre spaccava i denti

Orrore, c’era anche la madre nella disgustosa vicenda di una mega-truffa che contemplava anche  picchiare e spaccare i denti a un ragazzino di undici anni per intascare i soldi dell’assicurazione. Le percosse dovevano  per rendere credibili i loro incidenti stradali  per ottenere cospicui risarcimenti.  Tra i mostri che si avvalevano di un minore, provocandogli appositamente traumi al viso, al labbro, agli zigomi e agli incisivi per realizzare le truffe, c’è anche sua madre.

L’orrore di una madre: spaccava i denti al figlio

Una storia  assurda che arriva da Caserta. I carabinieri hanno effettuato sei arresti. Almeno quindici gli episodi contestati. Tra i truffatori ci sono  due avvocati. Le accuse sono di associazione per delinquere finalizzata alla commissione di truffe in danno di compagnie assicurative; furto, estorsione e traffico illecito di sostanze stupefacenti: cinque degli indagati sono  agli arresti domiciliari. Uno è  in carcere per la custodia cautelare. I balordi avavano allestito un  vero e proprio sistema per truffare le assicurazioni. Denunciavano alle assicurazioni falsi incidenti stradali producendo referti medici falsi. Grida vendetta il coinvolgimento del  ragazzino di 11 anni, il quale ai medici del  pronto soccorso mentiva. La madre spaccava i denti a suo figlio e lui affermava, sotto costrizione  che era stato un incidente stradale a procurargli le lesioni. Invece era stata sua madre. Orribile vicenda familiare. La vicenda è un cazzotto nello stomaco.

Sei “mostri” arrestati a Caserta

Figurano anche due avvocati tra le sei persone arrestate dai carabinieri di Caserta. In carcere è finito il 42enne Simmaco Palmiero, probabilemente il capo dell’organizzazione; mentre gli altri cinque, tra cui due avvocati del capoluogo, sono andati ai domiciliari. Altre venti persone sono indagate. Per la Procura della Repubblica di Santa Maria Capua Vetere che ha condotto le indagin, gli indagati avrebbero messo su un’associazione dal modus operandi ben collaudato: vi erano falsi testimoni e false vittime,  due legali di «fiducia» che curavano le pratiche da trasmettere alle Compagnie Assicurative; pratiche che venivano rese più attendibili con il coinvolgimento di minori quali vittime dei falsi incidenti. Tutti ingredienti da film dell’orrore.

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