L’Abruzzo e gli effetti sul governo. E ora occhi puntati sulla Sardegna dove si vota il 24 febbraio

11 Feb 2019 9:52 - di Redazione

Nel fare gli auguri a Marco Marsilio, Silvio Berlusconi ribadisce quello che è il leit motiv tra gli azzurri: “L’Abruzzo lo ha confermato ancora una volta, il centro-destra è la maggioranza naturale fra gli elettori. Da oggi comincia la sfida di Forza Italia e del centro-destra per la Sardegna, per la Basilicata, per il Piemonte e infine per le elezioni europee di maggio decisive per il futuro dell’Europa e dell’Italia. Sono sicuro che il centrodestra unito avrà successo in tutte queste importanti elezioni”. Ma l’unità del centrodestra, lo sanno tutti, passa per uno step ineludibile: mandare in pezzi quel contratto di governo su cui si basa l’alleanza del governo gialloverde.

Matteo Salvini per il momento aspetta. Dopo il 27,8% guadagnato in Abruzzo la prossima tappa è il voto regionale in Sardegna il 24 febbraio: il leader della Lega vuole sfruttare l’onda lunga del suo successo personale, continuando a vedere rafforzato quel Carroccio che ha ormai fatto diventare un partito a vocazione nazionale. “E’ una vittoria clamorosa, ma per me non cambia nulla a livello di governo”: così risponde a Enrico Mentana durante la maratona elettorale su La7. Per il momento il contratto di governo non si straccia, dunque.

Nel frattempo, mentre la destra di Fratelli d’Italia coglie un successo che premia uno dei suoi esponenti storici e si attesta sul più che soddisfacente risultato del 6,9%, è il M5S a logorarsi, a vedere vanificato giorno dopo giorno quel vento anticasta che aveva portato i grillini sugli allori. Eppure da parte dei pentastellati non sembra ancora essere arrivato il momento dell’autocritica: “Il M5s non ha nulla da rimproverarsi, è la sconfitta di Pd e Fi che hanno ceduto voti alla Lega”, dice Sara Marcozzi, la candidata presidente M5s arrivata terza con il 16,7%.

Anche in Forza Italia però c’è del malumore. Così si sfoga Giovanni Toti, presidente della Liguria: ”Dopo il Trentino, arriva l’Abruzzo. Il centrodestra è in ottima salute: la Lega vola, Fratelli d’Italia cresce, cresce persino l’Udc, Forza Italia cala ancora e perde circa altri 5 punti dalle elezioni di un anno fa. Ma guai a chi dice qualcosa, guai a chi pensa di cambiare qualcosa. La decrescita felice non è più programma del Cinque Stelle, è il programma della nostra classe dirigente”.

L’Abruzzo allora non è più solo la regione dove Fratelli d’Italia trionfa, diventa anche un paradigma sul quale misurare la validità delle politiche fin qui portate avanti. E se la Lega di Salvini e Fratelli d’Italia possono alzare i calici, lo stesso non possono fare altri. La lezione dell’Abruzzo non va sottovalutata.

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