Resteranno in carcere i 4 scafisti del gommone salvato dalla Diciotti

30 Ago 2018 15:15 - di Elsa Corsini
Classe DATTILO nave diciotti

Resteranno in carcere con l’accusa di immigrazione clandestina e violenza sessuale. Il gip di Messina ha convalidato i fermi dei 4 scafisti che guidavano l’imbarcazione con a bordo quasi duecento immigrati, soccorsa dalla nave Diciotti della Guardia Costiera il 16 agosto e fatti sbarcare la scorsa settimana a Catania. Ai quattro immigrati, sbarcati dalla Diciotti insieme alle loro vittime, è stata applicata la custodia cautelare in carcere. I fermi sono stati disposti dalla Procura di Palermo, guidata da Francesco Lo Voi. I quattro – tre egiziani e un bengalese – sono accusati di associazione a delinquere finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina e violenza sessuale.

Diciotti, confermati i fermi dei 4 scafisti

A far scattare il fermo sono state le testimonianze degli stessi immigrati soccorsi dalla Diciotti, che hanno individuato nei quattro gli uomini coloro che guidavano il gommone messo in salvo dalla nave della Guardia Costiera nelle acque del Mediterraneo e che viaggiavano con loro. Decisivi i racconti dei primi 13 immigrati fatti sbarcare per esigenze sanitarie a Lampedusa, poi confermati da alcuni dei minori sentiti subito dopo lo sbarco a Catania. Oltre a indicare chi era alla guida del barcone, le vittime hanno descritto il capo dell’organizzazione criminale che organizza i viaggi: Abdusalam. «Gli uomini di Abdusalam ci impedivano di allontanarci dalla prigione e violentavano le donne», hanno raccontato i testimoni riferendosi alle violenze subite durante la prigionia in Libia in attesa del viaggio verso l’Italia. I tre egiziani e il bengalese, dopo l’autorizzazione allo sbarco del ministero dell’Interno, sono stati portati nel centro di accoglienza di Messina insieme agli immigrati con cui avevano fatto il viaggio. Mimetizzati tra gli altri extracomunitari  sono stati identificati e portati nel carcere di Gazzi.

Commenti

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  • Giuseppe Tolu 31 Agosto 2018

    Rottamare subito la sedici, diciassetti, diciotti, diciannovi e venti. E a Gaeta i disobbedienti.

  • Massimilianodi SaintJust 31 Agosto 2018

    Invece di proteggere noi bagnanti lungo le coste italiane, chi ha dato l’ordine alla Diciotti di soccorrere navi negriere dovrebbe essere incriminato, destituito e condannato per alto tradimento. Ripristinare la pena di morte nel codice penale militare, abolita indegnamente senza ascoltare gli Italiani con un Referendum.

  • Giuseppe Forconi 31 Agosto 2018

    Quattro scafisti bloccati e in carcere…… fino a quando la boldrini interverra’ per il loro rilascio, ottenendo mille scuse da parte dei magistrati.

  • Laura 52 31 Agosto 2018

    Ripristinare la pena di morte subito! Questo è un crimine contro l’Umanità

  • Giacomo Puliatti 30 Agosto 2018

    Secondo me bisognerebbe prendere provvedimenti disciplinari nei confronti del comandante della navetta e dei superiori che hanno ordinato questo “servizio” Al comandante per sconfinamento e ai superiori per istigazione.