Teatrino Pd in Aula, Renzi chatta come un matto, Cirinnà in t-shirt arcobaleno (video)

5 Giu 2018 16:13 - di Giulia Melodia

Matteo Renzi che chatta come un forsennato, ininterrottamente, pur di non alzare lo sguardo intento a fingere indifferenza nei confronti del premier Conte alle prese con il discorso in Senato  a poche ore dal voto di fiducia. Il dem Faraone che imperversa smistando bigliettini come in terza elementare in cui evoca “Cetto Laqualunque” e sentenzia un beffardo «Non ha letto il Def». E come se tutto questo non fosse ancora ancora abbastanza, la Cirinnà in tenuta arcobaleno, che si presenta al ministro Fontana in divisa da militante dei diritti omosex, sacerdotessa dem del rito gender.

Al discorso di Conte al Senato, di scena la farsa Pd

Si è data tanto da fare pur di arrivare a Palazzo Madama in tenuta da dissidente, e invece il neo ministro che tanto l’ha motivata, non ha neppure notato il look irriverente della Cirinnà o, se pure ci ha fatto caso, ha molto più elegantemente glissato. «Oggi in Senato sono andata a stringere la mano a Fontana, per presentarmi, gli ho detto “caro ministro, lei dice che le famiglie arcobaleno non esistono e io sono qui con la mia maglietta a ricordarle che non è così – ha raccontato fiera di sé la Cirinnà –. “E poi gli ho detto – ha proseguito – “visto che faremo a mazzate per cinque anni, volevo almeno presentarmi di persona, almeno ci guardiamo in faccia”. Lui è stato cordiale, e mi ha risposto solo: “mi difenderò, va bene”»…

La t-shirt della Cirinnà, i bigliettini di altri colleghi…

Insomma, un teatrino a dir poco disdicevole quello che, fra battutine e bigliettini, si è animato dietro le quinte del discorso istituzionale del premier Conte, e che ha confermato, se mai ce ne fosse ancora bisogno, lo stato di prostrazione politica e afasia programmatica in cui versa il Pd: un partito allo sbando, martoriato dalle fronde intestine e da una guerra fratricida per la scalata la vertice che, alla prova in Aula, scosso dal plauso pressoché unanime rivolto dalla platea senatoriale al neo presidente del consiglio, riesce a malapena a replicare, ostentando – come Renzi – una indifferenza forzata, o improvvisando caricature e gag. Tanto che, all’ennesimo rimprovero della presidentessa Casellati, e alla successiva richiesta di un atteggiamento collaborativo avanzata dal premier, dai banchi del Pd si è cominciato a rumoreggiare, costringendo Conte a replicare: «Così non si afferma la centralità del Parlamento». Ma di sicuro si conferma la profonda distanza che separa maggioranza e opposizione.

 

Commenti

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  • Andrea 6 Giugno 2018

    Non sono di sinistra perché gli estremisti non mi sono mai piaciuti però vorrei ricordare alla giornalista dell’articolo che molto probabilmente è nata il 4 marzo 2018 che M5S e Lega per non parlare dell’ onorevole La Russa nella passata legislatura hanno messo in scena molto di più.Mi dispiace quando persone intelligenti e preparate si mettono al servizio di un padrone e sono costrette a mistificare la realtà e a darci a credere lucciole per lanterne.Da che mondo è mondo le opposizioni sono sempre state le più rumorose e agitate e hanno dato vita a siparietti anche divertenti.Ricorderò per sempre quando il compianto onorevole Bonanno entrò in aula con un bel finocchio fresco da regalare a un collega omosessuale e a quante critiche fu esposto dalla sinistra paladina dei valori e dei diritti , eppure sono sicuro che il destinatario dello stravagante dono si sia divertito e non offeso rendendosi conto che si trattava di una mera goliardata.