Il “SalviMaio” atteso alla prova dei fatti: ecco le sue prime otto mosse

1 Giu 2018 12:06 - di Redazione

Flat tax e reddito di cittadinanza. Ma anche pensioni e lavoro. Sono questi i primi dossier che il premier in pectore Giuseppe Conte si troverà sulla scrivania a Palazzo Chigi. Misure che si affiancano a quelle già elencate nel programma di governo “SalviMaio” legate a sicurezza, giustizia e immigrazione. Temi e impegni che andranno affrontati tenendo uno sguardo ai mercati internazionali e all’Europa, senza perdere di vista la bussola rappresentata dal rispetto dei principi costituzionali.

Capitolo pensioni. Il superamento della legge Fornero è stato infatti uno punti che ha maggiormente infiammato lo scontro in campagna elettorale, ma è anche uno dei temi in cui più forte è l’assonanza tra M5S e Lega. Allo studio un decreto estivo per intimare lo stop all‘Ape sociale e dare il via libera alla cosiddetta “opzione donna”. Per quota 100 (somma di età e anni di contributi) si dovrebbe attendere invece la legge di bilancio. Il problema più grande sono le coperture finanziarie dell’operazione.

Capitolo flat tax: l’obiettivo dichiarato in campagna elettorale e trasfuso nel contratto di governo “SalviMaio” è ridurre a due le aliquote fiscali: 15 e 20 per cento. Dovrebbe essere uno dei capisaldi della prossima legge di bilancio, con entrata in vigore dal prossimo 1° gennaio. Al suo fianco dovrebbe arrivare un taglio delle tax expenditures (agevolazioni fiscali), cui verrà chiesto di garantire una buona parte delle coperture per la flat tax. Ulteriore copertura dovrebbe assicurarla il progetto pace fiscale“, che consiste in una maxi rottamazione delle cartelle esattoriali.

Provvedimento taglia-leggi: si tratta di pacchetto di misure sburocratizzazione già abbozzato dallo stesso Conte che proprio per questo motivo era stato inserito nella lista dei ministri in pectore del M5S presentata da Di Maio.

Dal M5S proviene anche la riforma dei Centri per l’impiego. La misura è propedeutica all’adozione del diritto di cittadinanza e serve anche al rafforzamento della dote attualmente a disposizione del reddito d’inclusione da far scattare con la prossima manovra.

Si chiama reddito di cittadinanza ed è il segreto del successo elettorale dei 5Stelle: 780 euro mensili per chi ha perso il lavoro. Il beneficiario dovrà aderire alle offerte di lavoro provenienti dai centri dell’impiego (massimo tre proposte in due anni), con decadenza dal beneficio in caso di rifiuto.

In materia lavoro si studia anche un salario minimo orario e una revisione del “libretto famiglia” che ha sostituito i voucher per introdurre flessibilità evitando il verificarsi di abusi.

Immigrazione: il governo “SalviMaio” punta alla revisione del regolamento di Dublino, con il ricollocamento obbligatorio e automatico dei richiedenti asilo tra gli Stati membri dell’Ue.

Infine, la lotta alla corruzione. Previsto il Daspo per i corrotti e corruttori, potenziamento della prevenzione, e l’introduzione della figura dell’«agente sotto copertura», nonché dell’agente provocatore per favorire l’emersione dei fenomeni corruttivi nella Pubblica Amministrazione.

Commenti

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  • Nancy 4 Giugno 2018

    Per quanto riguarda la quota 100 , può andar bene per chi é ancora al lavoro. Ma perio chi l’ha perso e non ci arriva con i contributi, praticamente è esodato a 60 anni, cosa fa??????? Se tolgono l’ape social, manco a 63 anni ci può andare??????? Di male in peggio………