Aids, un altro “untore”: ha contagiato la fidanzata. Ma si temono altre vittime

13 Giu 2018 13:39 - di Natalia Delfino

È ritenuto responsabile di lesioni gravissime dolose ai danni della sua partner, il 35enne anconetano arrestato con l’accusa di essere un “untore” del virus dell’Hiv, perché aveva rapporti sessuali senza adottare alcuna precauzione pur sapendo di essere positivo al virus da almeno 11 anni. Un caso che ricorda quello del 33enne romano, recentemente condannato a 24 anni di carcere, che contagiò deliberatamente con il virus dell’Aids almeno 30 donne, le quali ignare, a loro volta, contagiarono i nuovi partner per un numero complessivo di 57 vittime.

A quanto ricostruito dalla Polizia di Stato di Ancona, il 35enne aveva conosciuto quella poi sarebbe diventata la sua compagna a fine anno nel corso di una cena. I due avevano poi cominciato a frequentarsi assiduamente dal mese di febbraio, fino a quando la donna, a seguito di una serie di malesseri fisici e insospettita da alcune dicerie sullo stato di salute del suo partner, il mese scorso si è sottoposta a specifici accertamenti clinici all’ospedale regionale di Torrette, scoprendo di essere stata contagiata dal virus dell’Hiv. Intuita la malafede dell’uomo, si è quindi rivolta alla Polizia, facendo scattare le indagini.

Nel corso delle perquisizioni, sono stati sequestrati computer, tablet, telefonini e supporti informatici del 35enne: l’uomo utilizzava soprattutto chat per avere nuove frequentazioni e la polizia è al lavoro per identificare altre probabili partner potenzialmente contagiate. A sorprendere gli investigatori durante le fasi dell’arresto è stato soprattutto il cinismo con cui l’uomo, nonostante i risultati delle analisi, rifiutava di considerarsi malato. Non riconoscendo di essere affetto da Hiv ha continuato così negli anni ad avere rapporti sessuali, anche non protetti, senza avvisare le partner occasionali.

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