Salvini-Di Maio vs Mattarella, è il giorno della sfida all’O.K. Corral

13 Mag 2018 23:55 - di Aldo Di Lello

Sarà un solo nome e sarà politico: Matteo Salvini e Luigi Di Maio si preparano a proporre il loro premier e il loro governo al presidente Mattarella. Se è vero quello che hanno dichiarato oggi i due leader e i loro rispettivi staff, vuol dire che Salvini e Di Maio hanno già raggiunto l’accordo, sia sul capo del governo sia sul programma di governo sia sulla squadra di governo. E ciò contrariamente a quanto si è letto domenica su vari siti circa i “tempi” dell’accordo che si allungano e circa  un possibile conflitto sul nome del premier.

Fine settimana ad alta tensione

Le proposte ufficiali le sapremo subito dopo che, nel pomeriggio, i “dioscuri” del governo giallo-verde saranno saliti al Colle per riferire al capo dello Stato. Ma si può già prevedere che non sarà un momento né semplice né tranquillo: in questo fine settimana sono arrivati colpi furibondi,  sia da parte di Mattarella sia da parte del binomio M5S-Lega e, al momento, la situazione rimane elettrica, almeno a leggere le dichiarazioni (e i comportamenti) dei protagonisti dell’odierno psico-drammone politico italiano. Lunedì 14 maggio potrebbe essere ricordato come il giorno di un inedito scontro tra la massima autorità dello Stato, Mattarella, e i rappresentanti della politica, Di Maio e Salvini, ancorché parliamo di personaggi non ancora investiti di  pieni poteri politici.

I termini dello scontro politica-Quirinale

Quella che si profila è una sorta di sfida all’O.K. Corral, mai avvenuta, almeno nelle odierne modalità, nel corso della storia repubblicana. Da un lato c’è Mattarella, che rappresenta  le “preoccupazioni” dell’establishment per le possibili direzioni che potrebbe prendere il governo dei “populisti”. Di qui il suo tentativo di annacquare i contenuti  “smoderati” e anti-Ue del programma M5s-Lega attraverso l’imposizione di un premier “tecnico” e attraverso il suo “gradimento” sull’indicazione  di questo o quel nome per ricoprire incarichi di governo. Dall’altra ci sono Salvini e Di Maio, i loro rispettivi collaboratori e, soprattutto, un’opinione pubblica che si attende moltissimo dal programma (e dalla composizione) del  nuovo governo in gestazione.

E Mattarella apre le ostilità

Ad aprire le ostilità, a lanciare la sfida, è stato Mattarella, il quale, commemorando sabato Einaudi, ha ricordato che , nel 1953, l’allora capo dello Stato ignorò la proposta di nuovo premier venuta dal partito di maggioranza relativa, la Dc. S’è trattato di un chiaro (e  minaccioso) messaggio rivolto ai contraenti del patto di governo: state attenti perché la parola decisiva spetta al Quirinale. Sarà interessante vedere, qualora il presidente della Repubblica non dovesse gradire il nome del premier che gli proporranno Salvini e Di Maio, se effettivamente il capo dello Stato bloccherà tutto e se effettivamente avrà il fegato di trascinare il Pese in uno scontro istituzionale senza precedenti. L’atteggiamento tenuto domenica da Mattarella non è stato molto “pacifico”: l’ufficio stampa del Quirinale  ha avuto la pessima idea di far filtrare la notizia che, al raduno nazionale degli Alpini, le penne nere avrebbero incoraggiato l’inquilino del Quirinale con un «Presidente, pensaci tu» riguardo alla formazione del governo. Non è molto bello che, ad una manifestazione certamente nazionalpopolare e strapaesana ma pur sempre militare, venga lanciato un (divisivo) messaggio politico in un momento molto delicato della vita nazionale.

La risposta di Salvini e Di Maio

Ma né Salvini né Di Maio hanno dimostrato di voler cedere alle pressioni e ai (minacciosi) messaggi del Colle. Tant’è che la risposta è consistita, appunto, nel ribadire il carattere politico del nuovo premier. Tutto può accadere nelle prossime ore. Ma la sfida  dell’O.K. Corral è raccolta. E sta per cominciare.

Commenti

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  • Laura Prosperini 14 Maggio 2018

    Mattarella dovrebbe attenersi alle regole ed allo spirito di una Democrazia Parlamentare (e non Presidenziale).
    I cittadini hanno scelto e votato ed il risultato (gradito o meno a tutti noi) è da certificare come un notaio.
    E’ finita l’epoca di napolitano ma questo mattarella gli somiglia troppo.