Case popolari, Meloni: “Ora Nardella copia Fratelli d’Italia”

4 Mag 2018 18:35 - di Redazione
«Il sindaco Nardella adotta a Firenze il “modello Fratelli d’Italia” sul bonus di residenzialità per dare priorità agli italiani nell’accesso alle case popolari». Così Giorgia Meloni commentando la proposta del sindaco renziano sull’assegnazione delle case popolari. «Una proposta che io stessa ho messo nero su bianco nel mio programma di candidato sindaco di Roma, in vigore grazie a FdI a Perugia dal 2015 e primo atto all’Aquila del sindaco Pierluigi Biondi. E bravo Nardella: finalmente anche lui ha capito che è meglio essere la fotocopia di chi fa gli interessi dei cittadini che quella di Renzi che fa solo gli interessi suoi #nardellacopiaeincolla».

Fratelli d’Italia ha proposto lo stesso a Perugia e a L’Aquila

«Restituire agli italiani il diritto di accedere alle case popolari. Finalmente se ne accorge anche il Pd al quale chiederemo i diritti d’autore». Lo scrive in una nota l’onorevole Emanuele Prisco commentando la proposta del sindaco di Firenze, Dario Nardella, per riequilibrare l’assegnazione delle case popolari.
«A suo tempo il partito di Renzi – commenta l’assessore del Comune di Perugia – aveva aspramente criticato la scelta dei Comuni di Perugia e L’Aquila ritenendoci responsabili di aver modificato le regole che avrebbero penalizzavato gli stranieri. Ora uno dei pochi Comuni ancora in mano al Pd copia e incolla le scelte del Centrodestra e più in particolare le iniziative di Fratelli d’Italia – prosegue Prisco – ma di questo non possiamo che essere soddisfatti poiché in questo modo viene portato avanti l’interesse dei fiorentini».

La nota di Prisco di Fratelli d’Italia

«Le nostre scelte di assegnare case popolari agli italiani e a quegli stranieri nel nostro Paese da almeno dieci anni e rispettosi delle nostre regole – è scritto in un comunicato di FdI – vennero attaccate dal Pd e dalla Cgil che non esitarono a definire quelle norme discriminatorie e populiste. Ebbene, se con la precedente Giunta rossa tra i primi 100 ammessi nelle graduatorie il 67 per cento erano stranieri, grazie al nostro intervento questi valori sono scesi al 42 per cento. Ora più della metà degli inquilini delle case popolari saranno italiani». «Quella che abbiamo adottato noi anni fa era una scelta di buon senso  che non cancella diritti a nessuno –  conclude Prisco – ma restituisce agli italiani il diritto di accedere alle case popolari che gli era stato negato da scelte ideologiche delle precedenti amministrazioni».

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