Si spaccia per la sorella di Cantone e raggira i clienti dello studio legale

15 Mar 2018 12:11 - di Sara Gentile

Sfruttando l’omonimia, si spacciava per la sorella di Cantone, presidente dell’Autorità nazionale anticorruzione e, conquistando la fiducia dei clienti, li truffava. Con l’accusa di truffa aggravata continuata i carabinieri di Foggia, coordinati dalla locale procura, hanno arrestato in flagranza di reato l’avvocato Maria Virginia Cantone , 53 anni, di Cervinara (Avellino), denunciando a piede libero per il concorso nella commissione del reato altre due persone, G.C., un 58enne disoccupato dello stesso centro irpino, e F.R., una pensionata 70enne di Cautano (Benevento).

Si spaccia per la sorella di Cantone: la vicenda

L’avvocato Cantone è stata fermata subito dopo aver ricevuto una busta contenente denaro contante da due delle sue cinque vittime foggiane. La coppia, nel marzo dello scorso anno, era stata avvicinata presso un cantiere edile in provincia di Campobasso, dove erano in costruzione abitazioni, una delle quali era stata da loro acquistata. Il legale aveva fatto credere loro che la società impegnata nei lavori che aveva venduto l’appartamento fosse sull’orlo del fallimento e che loro, quindi, stessero per rimanere senza nulla in mano. A quel punto si era offerta per tutelarli nei loro interessi contro la ditta, assicurando che il fatto di essere la sorella di Raffaele Cantone, magistrato noto per il suo impegno contro la camorra e presidente dell’Anac, le riservava normalmente un trattamento di riguardo in tutti i tribunali d’Italia. Era così iniziato un rapporto basato sulla fiducia e la gratitudine, proseguito poi con uno scambio reciproco di atti di tribunale e denaro per proseguire la causa. Le vittime però non si erano mai rese conto che i documenti ricevuti ad un occhio esperto sarebbero subito apparsi palesemente falsi, né avevano trovato “strano” che il loro legale volesse essere compensata con denaro contante, e senza nemmeno rilasciare alcuna ricevuta di pagamento.

La denuncia

La coppia, sempre convinta di essere “in buone mani”, aveva creato con la Cantone un rapporto di amicizia, senza accorgersi che questa, frequentandoli, era entrata in contatto con altri loro amici, riuscendo a raggirare anch’essi, persuadendoli di avere bisogno di una tutela legale. Addirittura, l’avvocato/truffatrice era riuscita a convincere una coppia dell’inadeguatezza di un risarcimento ottenuto per la negligenza di alcuni medici che aveva provocato una disabilità al figlio durante il parto, facendosi affidare il mandato per rivederne l’ammontare. Nella trappola diabolica era caduta anche un’anziana parente di questi ultimi. A tutti l’avvocato ha, nel tempo, fornito false sentenze che li vedevano destinatari di rimborsi, risarcimenti, che le sono state, da tutti, corrisposte con denaro contante o sotto forma di assegno, come parcella, piuttosto che come rimborsi di spese legali e di altra natura, o per la prosecuzione delle cause così brillantemente avviate. Sempre, però, senza il rilascio di alcuna ricevuta. Il tutto è proseguito fino a una decina di giorni fa, quando i coniugi per primi caduti nella rete, insospettiti dal fatto che a tante rassicurazioni non corrispondesse la possibilità di incassare alcunché, hanno digitato il nome su internet, scoprendo amaramente di essere stati raggirati. Della denuncia, presentata al Comando dei Carabinieri è stato immediatamente informato il pubblico ministero della procura di Foggia, che ha colto immediatamente la gravità della vicenda e, assieme ai carabinieri, ha immediatamente disposto una serie di accertamenti, approfondimenti e verifiche anche bancarie che hanno permesso di inchiodare l’avvocato Cantone alle proprie responsabilità.

La truffatrice iscritta al foro di Avellino

L’ingordigia del legale ha poi fatto il resto, velocizzando i tempi. La Cantone infatti, nei giorni scorsi ha nuovamente contattato la coppia, pretendendo con un pretesto il versamento in contanti di ben 14.000 euro, preparandosi da sola, di fatto, la trappola. Procura e carabinieri hanno infatti studiato la strategia da adottare e concordato di coglierla in flagranza, con la collaborazione delle vittime. L’avvocato, giunta in auto davanti alla casa delle sue vittime in compagnia dei due complici, dopo aver letteralmente perlustrato le vicinanze per scongiurare brutte sorprese, è salita da loro, mentre i due accompagnatori si sono piazzati all’esterno per dare l’allarme in caso di visite sgradite. Ridiscesa in strada, la Cantone e i suoi complici sono quindi stati raggiunti dai carabinieri che, confusi tra le persone di passaggio, avevano potuto seguire tutta la scena senza essere visti. Ora l’avvocato Cantone si trova nel carcere di Foggia, a disposizione della locale procura della Repubblica, dove potrà cercare qualche pretesto col quale giustificare il motivo per il quale le sue vittime foggiane le hanno consegnato in totale 41.000 euro. Per risultare ancora più credibile la storia, in alcuni casi, le vittime sono state contattate sull’utenza cellulare da un uomo che si è presentato come Raffaele Cantone. Il presidente dell’Anac non ha sorelle e la truffatrice è realmente iscritta al foro di Avellino.

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