Desaparecidos, 3 italiani scomparsi in Messico: è giallo. Narcotraffico o rapimento? (Video)

17 Feb 2018 10:23 - di Lara Rastellino

Desaparecidos, 3 italiani scomparsi in Messico. Padre, figlio e nipote, il sessantenne Raffaele Russo, suo figlio Antonio e suo nipote Vincenzo Cimmino, rispettivamente di 25 e 29 anni, risucchiati letteralmente nel nulla da 18 giorni. tre vite sospese sull’orlo del più fitto dei misteri e su cui aleggia l’angoscia di familiari e amici che, da un giorno all’altro, non hanno avuto più notizie di loro. «Con l’ambasciata a Città del Messico la Farnesina segue il caso» dei nostri tre connazionali scomparsi: lo si apprende al Ministero degli Esteri che conferma come la Farnesina sia operando «in stretto raccordo con le autorità locali e in costante contatto con la famiglia».

Desaparecidos, 3 italiani scomparsi in Messico: è giallo

Il resto è un grande punto interrogativo e ansia, molta ansia per quello che potrebbe essergli accaduto. Le ricerche muovono dal giorno della denuncia di scomparsa presentata dalla famiglia e dal luogo in cui i tre uomini si erano trasferiti, lavoravano, vivevano: una cittadina di appena 16mila abitanti, situata a settecento chilometri da Città del Messico, dove, insieme, svolgevano l’attività di venditori ambulanti. Naturalmente l’ipotesi più accreditata per quello che il contesto in cui i tre sono spariti è quella del rapimento, anche se, riporta l’Ansa che la caso dedica un ampio servizio proprio in queste ore, «ad oggi non è pervenuta nessuna richiesta di riscatto – dicono i familiari in un comunicato – chiediamo la massima diffusione della notizia e delle foto segnaletiche». nelle indagini, allora, gli investigatori locali in sinergia con le autorità italiane e in stretto contatto con la Farnesina, partono dalla ricostruzione del contesto quotidiano in cui i tre parenti vivevano nello Stato sudamericano: e allora, come riferisce sempre il sito dell’Ansa, tra gli altri, «Russo si trovava in Messico da tempo: era a Tecaltitlan, città dello stato di Jalisco, dove vendeva in strada prodotti acquistati a Napoli da commercianti cinesi. Antonio e Vincenzo, invece, erano arrivati soltanto cinque giorni prima della sparizione, anche loro per lavorare. Secondo il racconto dei familiari, le tracce di Raffaele si perdono il 31 gennaio scorso attorno alle 15. Il figlio e il nipote provano a chiamarlo, ma il cellulare è muto. In Messico ci sono anche altri due figli di Russo, Francesco e Daniele. Ed è quest’ultimo, rientrato in Italia, a raccontare quel che accade dopo: «Noi eravamo troppo lontani, così abbiamo chiamato Antonio e Vincenzo e gli abbiamo detto di andare a cercarlo». Ed è proprio a questo punto che il giallo che si complica e il mistero si infittisce, ulteriormente. I due, figlio e nipote di Raffaele di cui non si hanno notizie, partono alla ricerca dell’uomo e proprio dal punto che il gps dell’auto noleggiata dal sessantenne scomparso segnava la sua ultima localizzazione. Ma, una volta arrivati sul posto, Antonio e Vincenzo non hanno trovato né la macchina, né Raffaele.

Alla ricerca del 60enne, spariscono anche figlio e nipote

I due hanno cominciato a fare domande in giro, senza ottenere alcuna riposta utile e, decisi a muoversi dal quel luogo, si sono fermati a un distributore di benzina per fare rifornimento e ripartire con le ricerche. È a quel punto che, sembra, almeno secondo quanto riferito dai familiari che erano in contatto con loro, i due  ragazzi sarebbero stati avvicinati da alcuni poliziotti che, a bordo di auto e moto, gli avrebbero imposto di seguirli. Questo, il poco che Antonio è riuscito a riferire via whatsapp ai familiari, almeno finché anche il suo telefono, come quello del Vincenzo, non si sono staccati e spenti, spezzando l’ultimo filo, l’ultimo contatto con i tre uomini, protagonisti di una vicenda che si tinge di giallo ad ogni ora che passa. L’unica certezza, esclusa a viva voce dai familiari da Napoli, è che la droga – il primo contesto che viene in mente quando si parla di sparizioni e di Messico – non sembrerebbe avere nulla a che fare con la vicenda. «In un primo momento – sostiene Daniele, e riporta il sito dell’Ansa – ci hanno detto che Antonio e Vincenzo erano stati arrestati e stavano andando all’ufficio, mentre di Raffaele non sapevano nulla. Ma durante una seconda telefonata questa versione è stata negata dalle autorità messicane. Da allora non c’è più traccia dei tre. Ma secondo i familiari, nessuno di loro ha avuto problemi in passato con la giustizia né hanno mai avuto rapporti con narcotrafficanti». «Sono solo lì per vendere giacche, non hanno nulla a che fare con la droga», continua a ripetere con forza una cugina, insistendo sull”ipotesi del rapimento. Ma finora nessuno si è fatto sentire e ha chiesto ancora un riscatto.

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