M5S nella bufera, tutti contro tutti: «L’indagato Di Maio sceglie i candidati»

4 Gen 2018 10:06 - di Milena De Sanctis

Non bastavano le consultazioni da barzelletta sul web, le proteste, la rabbia. E prima le espulsioni eccellenti, le liti sul regolamento, le notizie spifferate. Nel M5S il clima si fa sempre più incandescente. Piovono accuse. «Tutto si può dire e scrivere ma non che quello nato da pochi giorni sia il Movimento 5 Stelle, è un partito che potremmo chiamare Partito delle Stelle ma nulla c’entra con il Movimento 5 Stelle». È il duro attacco lanciato, sui social, dal deputato Riccardo Nuti, rientrato da poco nel movimento dopo la sospensione per il suo coinvolgimento nel processo per le firme false di Palermo, che lo vede imputato con altri due deputati. «Va intanto notato che molti quotidiani hanno pubblicato le regole un giorno prima che fossero scritte nel blog di Grillo, le regole e info scritte dai giornali si sono rivelate vere e non fake-news o bufale – denuncia Nuti – Come hanno fatto i giornali ad averle? Questo vuol dire che non sempre i giornali scrivono bufale o fake news e che qualcuno internamente le fornisce ai giornali…». E ancora: «Il Partito delle Stelle può piacere o meno quindi nulla di male in questo, anzi a molti magari piace di più così rispetto al Movimento 5 Stelle, è lo stesso statuto di questo cosiddetto Partito delle Stelle a dire e scrivere chiaramente cosa è, basta leggere».

Nuti elenca le nuove regole del M5S

Cosa scrive il Partito delle Stelle nei suoi documenti fondanti? E Nuti elenca alcune delle nuove regole: «Nel Movimento 5 Stelle abbiamo sempre attaccato pesantemente i parlamentari dei partiti che erano costretti a dare una cifra fissa al partito (ad esempio il Pd). Lo stesso Movimento 5 Stelle ha parlato di milioni di euro esentasse e di pizzo alla democrazia. Nel Partito delle stelle invece i parlamentari sono costretti a pagare 300 euro al mese al partito – spiega – Eleggendo 220 parlamentari (numeri dati dalle proiezioni) equivalgono, in una legislatura di cinque anni, a quasi 4 milioni di euro al Partito delle Stelle». E prosegue: «Il Movimento 5 Stelle ha sempre difeso e rispettato la Costituzione italiana arrivando, per questo, anche a salire sul tetto della Camera dei deputati. Il Partito delle Stelle invece la viola e introduce degli obblighi incostituzionali (una delle più gravi violazioni che si possa fare in Italia) come l’obbligo per i parlamentari di votare la fiducia al Partito delle Stelle. Esattamente l’opposto di quanto detto in questi anni dal Movimento 5 Stelle che ha attaccato duramente i parlamentari del Pd e della maggioranza che votavano la fiducia su qualsiasi provvedimento di legge accusandoli di essere “schiavi”, “di non essere persone libere”, “servi”». Riccardo Nuti non sarà ricandidato alle parlamentarie, come deciso dal M5S.

Nuti: «Ecco che cosa succede con gli indagati»

«Nel Movimento 5 Stelle non si poteva candidare chi aveva un processo penale in corso di qualsiasi tipo. Giusto? Eccessivo? Probabilmente esagerato, ognuno può avere la sua opinione ma così è scritto nello statuto – aggiunge ancora Riccardo Nuti – Nel Partito delle Stelle invece si possono candidare indagati o imputati se non hanno il divieto dal capo politico, ovvero Luigi Di Maio a sua volta indagato». E ancora: «Nel Partito delle Stelle vi saranno anche tante bravissime persone che proveranno a candidarsi, che magari diverranno anche bravi parlamentari ma rimane importante non prendere in giro i cittadini. I cittadini vanno informati correttamente, pertanto trovo più dignitoso chi non racconta questo statuto, codice e regolamento del Partito delle Stelle come un qualcosa di stupendo o positivo se non ci si crede o se non lo conosce, meglio tacere rispetto al dare un’indicazione errata a un viaggiatore, a un cittadino».

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