Trieste, libri, poster, ricordi e militanza alla kermesse di Fratelli d’Italia

2 Dic 2017 19:47 - di Antonio Pannullo

Confusione indescrivibile al II Congresso nazionale di Fratelli d’Italia al PalaRubini di Trieste, dove quattromila e più delegati di tutta Italia si sono dati appuntamento per eleggere l’assemblea nazionale e altri organi del partito ma soprattutto per ascoltare le tesi programmatiche di Giorgia Meloni, gli interventi dei suoi dirigenti e per ritrovarsi tutti insieme in una grande comunità di patrioti. Certo, la scelta di Trieste è stata coraggiosa, perché per la maggioranza dei delegati era scomoda da raggiungere, ma tutti i militanti hanno compreso perfettamente la scelta e si sono messi in moto già dai giorni precedenti con tutti  i mezzi: aereo (non tutti gli aerei però arrivano a Ronchi del Legionari), treno, pullman i mezzi più usati, mentre altri, soprattutto i giovani, si sono messi in tre o quattro in auto e si sono avventurati fino al confine della nazione. Sappiamo di due ragazzi che sono arrivati – e sono arrivati – in autostop. Come sempre, il popolo militante di un partito popolare non esita di fronte al raggiungimento dell’obiettivo. E tutti, dimenticavamo, tutti sono venuti a proprie spese, pagando, oltre al costo del viaggio e del soggiorno, anche un contributo all’organizzazione. Ma l’enorme folla che sta animando in queste ore il PalaRubini conferma lo spirito di abnegazione che ha sempre animato questa comunità, dal tempi del Msi a oggi. Numerosi gli stand espositivi, come quelli librari dell’Eclettica di Alessandro Amorese, o di associazioni ecologiche quali Fare Verde dell’indimenticato e indimenticabile Paolo Colli, o di semplice vendita di gadget quali magliette e poster del movimento e altri stand ancora. C’è anche la nuova casa editrice non conforme, Ferrogallico, che espone le proprie opere a fumetti dedicate ai principali protagonisti del pantheon della destra italiana. In prima fila il libro dedicato ad Almerigo Grilz, inviato di guerra morto sul fronte, e leader indiscusso del Fronte della Gioventù giuliano e del Msi, la cui scomparsa ha lasciato un vuoto davvero incolmabile. Giovani e meno giovani, vecchi attivisti, neofiti, persone che si sono avvicinate adesso a Fratelli d’Italia, uomini e donne con ogni accento della nostra Italia, di ogni classe sociale, studenti  e professori, professionisti od operai, le cui differenze sociali e culturali si annullano  e si fondono in un idem sentire e in una comunanza totale di ideali e di obiettivi. Di qui alla prossima primavera il cammino è lungo, e anche impervio. Ma da quello che stiamo vedendo a Trieste non abbiamo dubbi sulla conclusione.

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