L’allarme degli 007 Usa, Pyongyang si sta attrezzando di armi batteriologiche

11 Dic 2017 9:18 - di Redazione

Il regime di Pyongyang non dorme mai: anzi, è alacremente al lavoro per destare sospetti e incutere nuove paure. L’ultimo allarme, lanciato dagli Stati Uniti, riguarda la possibilità – che pare concreta – che la Corea del Nord si stia dotando di tecnologia che potrebbe essere usata per programmi avanzati per la realizzazione di armi batteriologiche.

Armi batteriologiche: l’ultima minaccia di Kim?

E’ questo il nuovo allarme riguardante il regime di Kim Jong-un lanciato dall’intelligence americana e dei Paesi asiatici che, secondo quanto riporta il Washington Post, avvisano del rischio che Pyongyang possa arrivare velocemente a una produzione industriale di agenti patogeni, di fronte a una decisione strategica di Kim in questo senso. Al momento, sottolineano comunque le fonti del Post, le agenzie di intelligence non hanno rivelato prove del fatto che Kim abbia dato questo ordine di produzione di armi batteriologiche, oltre ai prototipi. “Ma rimane la domanda sul perché abbiano acquisito materiale e sviluppato tecnologie ma ancora non hanno prodotto le armi?”, si chiede una delle fonti, avvisando però che riscontrare eventuali cambiamenti di strategia potrebbe essere difficile dal momento che le nuove strutture produttive sono ben “camuffate” all’interno di impianti destinati all’industria civile, agricola e farmaceutica. Se la produzione industriale di agenti patogeni “dovesse iniziare domani, potremmo non accorgercene – aggiungono – a meno di essere così fortunati da avere un informatore al posto giusto”.

Armi batteriologiche, una minaccia già nel 2006

In realtà, la denuncia dell’interesse da parte della Corea del Nord non solo per le armi nucleari ma anche per quelle batteriologiche, non è nuova. Cinque mesi prima del primo test nucleare nordcoreano, nel 2006, l‘intelligence Usa presentò al Congresso un rapporto in cui si affermava che Pyongyang aveva da tempo ottenuto gli agenti patogeni del vaiolo e dell’antrace e costituito gruppi di scienziati per avviare un programma specifico. In quel momento però, assicurava il rapporto, lo stato eremita poteva contare “su laboratori e attrezzature per le biotecnologie rudimentali”. Ma ora, dieci anni dopo, la situazione è cambiata e Pyongyang si starebbe dotare dei laboratori, delle attrezzature sofisticate e anche delle fabbriche per la produzione industriale degli agenti patogeni. E Kim starebbe mandando i suoi scienziati all’estero per acquisire maggiori specializzazioni nel settore della microbiologia. Da parte sua, la Corea del Nord ha sempre negato di avere qualsiasi tipo di programma di armi batteriologiche, impegnandosi – afferma l’intelligence Usa – a nascondere tutte le prove della sua ricerca militare in questa direzione. Dunque al momento si tratta di sospetti. Di sospetti concreti, ma sempre di sospetti…

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