Il Vaticano contro le reliquie “tarocche”: «Venerate solo quelle col certificato»

16 Dic 2017 16:07 - di Gigliola Bardi
padre pio reliquie

Il Vaticano scende in campo contro il mercato delle reliquie. Per arginare «ogni forma di superstizione e di mercimonio» dei resti di beati e santi, la Congregazione delle Cause dei Santi, presieduta dal cardinale Angelo Amato, ha stilato un dettagliatissimo vademecum che va sotto il nome di “Istruzione sull’autenticità e conservazione delle reliquie”.

L’Istruzione sull’autenticità delle reliquie

Si tratta di 38 articoli che sostituiscono l’Appendice dell’Istruzione “Sanctorum Mater” e che si rivolgono «ai vescovi diocesani, agli eparchi e a quanti ad essi sono equiparati dal diritto» al fine di «assicurare la conservazione e la venerazione» delle reliquie e per «evitarne gli abusi». Dalle conservazione delle urne alla traslazione, fino al pellegrinaggio, l’Istruzione parla anche del trattamento dei resti dei “santi in panchina”, vale a dire di quanti ancora devono ricevere l’onore degli altari. «Le reliquie nella Chiesa – spiega la Congregazione delle Cause dei Santi – hanno sempre ricevuto particolare venerazione e attenzione perché il corpo dei Beati e dei Santi, destinato alla risurrezione, è stato sulla terra il tempio vivo dello Spirito Santo e lo strumento della loro santità, riconosciuta dalla Sede Apostolica tramite la beatificazione e la canonizzazione». Le reliquie dei Beati e dei Santi, si legge nell’Istruzione, «non possono essere esposte alla venerazione dei fedeli senza un apposito certificato dell’autorità ecclesiastica che ne garantisca l’autenticità».

Commercio e vendita «assolutamente proibiti»

Il documento pensa a tutto: come trattare le reliquie vere, come distinguere quelle «insigni» (sostanzialmente quelle di grandi dimensioni) e «non insigni» (i piccoli frammenti), come e dove custodirle, come comportarsi di fronte ai «resti mortali dei Servi di Dio e dei Venerabili», vale a dire coloro i quali sono ancora in via di beatificazione o canonizzazione. Grande cura è stata messa anche nella descrizione dei compiti di vescovi ed eparchi e di quanti in generale prenderanno parte alle operazioni sulle reliquie, che «devono previamente prestare giuramento o promettere di adempiere fedelmente il loro incarico». Soprattutto, però, la Congregazione lancia un durissimo monito contro il commercio e la vendita dei resti dei beati e dei santi: «Sono assolutamente proibiti – si legge nell’Istruzione – il commercio (ossia lo scambio di una reliquia in natura o in denaro) e la vendita delle reliquie (ossia la cessione della proprietà di una reliquia dietro il corrispettivo di un prezzo), nonché la loro esposizione in luoghi profani o non autorizzati».

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