Spagna, tanta attesa e Puigdemont, spaventato, temporeggia: chiede 2 mesi per i negoziati

16 Ott 2017 10:29 - di Redazione

Quella di oggi doveva essere la giornata decisiva per la crisi aperta in Spagna dalla mossa indipendentista della Catalogna: e invece, alle 10 di questa mattina, scaduto l’ultimatum imposto da Madrid all’esecutivo regionale di Carles Puigdemont per rispondere al quesito sull’avvenuta o meno proclamazione di indipendenza, il leader indipendista catalano ha chiesto una proroga di altri 2 mesi per proseguire con i negoziati tra Madrid e Barcellona.

Spagna, tanta attesa e poi Puigdemont temporeggia

Non a caso, nelle brevi dichiarazioni rilasciate nelle ultime 24 ore, Puigdemont non si è sbilanciato, limitandosi con affermazioni generiche a sottolineare il desiderio di «ribadire l’impegno a favore della pace, del civismo, della serenità e anche della fermezza e la democrazia, quali principi ispiratori delle decisioni che dobbiamo adottare». E alla fine, la risposta ha in qualche modo deluso le aspettative dei catalani che si aspettavano muso duro e braccio di ferro e in qualche modo sorpreso Mariano Rajoy, che si aspettava un semplice sì o una semplice no alle condizioni poste dal governo centrale. E invece, Puigdemont il temporeggiatore frena la in qualche modo la spinta secessionista della Catalogna, chiedendo sulla proposta indipendentista catalana altri 2 mesi di negoziati. Questa la proposta – presentata in anticipo rispetto allo scadere dell’ultimatum di Madrid – del presidente della Generalitat catalana, Carles Puigdemont, che in una lettera inviata a Mariano Rajoy di fatto non chiarisce se ha proclamato o no l’indipendenza, ma invita il premier spagnolo a vedersi e dialogare per «avviare un percorso negoziale»-

E a Rajoy, sbalordito, chiede altri 2 mesi per i negoziati

Nella missiva, il presidente della Generalitat avanza due richieste: la prima un’inversione di rotta rispetto «alla repressione contro il popolo e il governo di Catalogna»; la seconda, una richiesta del dialogo da avviare con una riunione da fissare quanto prima. Nella lettera Puigdemont insiste a più riprese sulla sincerità della sua richiesta di dialogo, «non una dimostrazione di debolezza, ma una proposta onesta per trovare una soluzione tra lo stato spagnolo e la Catalogna», e si dice sorpreso dall’annuncio di Rajoy sul ricorso all’articolo 155: «Mi ha sorpreso» l’annuncio l’11 ottobre «della volontà del suo governo di attuare l’articolo 155 della Costituzione». Quindi insiste sulla necessità di dialogo: «Perché tutte quelle istituzioni e personalità internazionali, spagnole e catalane, che hanno espresso la volontà di aprire una via negoziale abbiano la possibilità di esplorare» questa possibilità. «Proveremo in questo modo l’impegno di ciascuna delle parti a trovare una soluzione concordata». Ma questo spingere sul pedale del freno ha deluso i sostenitori di Puigdemont e sbalordito chi da lui si aspettava maggior determinismo e risolutezza.

 

 

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