Omicidio Kennedy, desecretati i file: dall’operazione mangusta al complotto Cia-Mafia su Castro

27 Ott 2017 9:42 - di Redazione

Se ne parlava da tempo, e ora, come annunciato più volte dal presidente americano Donald Trump, sono stati desecretati, dopo oltre mezzo secolo, i file sull’assassinio dell’ex presidente Usa John Fitzgerald Kennedy, ucciso il 22 novembre 1963 a Dallas, in Texas. Ma su 3100 dossier, Trump ha deciso di renderne pubblici 2.891, rinviando di sei mesi la divulgazione dei rimanenti documenti per motivi di «sicurezza nazionale», in quanto ritenuti troppo «sensibili». Una decisione che rischia di alimentare ancora l’enorme numero di teorie complottiste, anche se gli esperti non si aspettano rivelazioni sconvolgenti.

Trump deserta i file sull’omicidio Kennedy

«Gli americani attendono, e meritano, che il loro governo offra l’accesso maggiore possibile» a questi dossier affinché «possano essere informati su tutti gli aspetti di questo importante e decisivo accadimento» ha detto il presidente Trump, in un comunicato nel quale spiega perché un certo numero di file non sono ancora stati desecretati. Ma «il presidente ha autorizzato a tenere ancora segrete alcune informazioni che potrebbero riguardare la sicurezza nazionale, l’ordine o affari esteri», hanno precisato gli Archivi nazionali americani.

Il no di Cia ed Fbi alla desecretazione totale

E naturalmente, come è facile immaginare le maggiori richieste di tenere ancora top secret questa documentazione sono arrivate dalla Cia e dall‘Fbi, secondo i responsabili dell’amministrazione Trump. Il presidente ha dato sei mesi ai servizi di intelligence, fino al 26 aprile 2018, per analizzare i documenti considerati sensibili e censurare, se necessario, le parti più delicate. «Dopo questa data ordinerò la pubblicazione di qualsiasi informazione che i servizi non hanno ritenuto necessario tenere segreti», ha aggiunto Trump.

Dall’operazione Mangusta ai contatti Cia-Mafia

La Cia in contatto con elementi della criminalità mafiosa per colpire Fidel Castro, la telefonata anonima in cui si minacciava di uccidere Lee Harvey Oswald arrivata all’Fbi il giorno prima del suo omicidio, la possibilità di sabotare componenti di aeroplani in partenza per Cuba, presa in considerazione dagli Stati Uniti. Queste alcune delle rivelazioni contenute nei file relativi all’assassinio del presidente americano John F. Kennedy appena desecretati dagli Archivi nazionali americani: 52 documenti, mai pubblicati prima, dal contenuto completamente fruibile e migliaia di altri consultabili in parte. Tra le rivelazioni principali citate dalla Cnn, che ne dà notizia, figura il complotto Cia-mafia su Castro: da un documento del 1975 della Commissione Rockfeller sul ruolo svolto dalla Cia negli assassini compiuti all’estero risulta che furono intrapresi piani per assassinare Castro all’inizio dell’amministrazione Kennedy. Nel rapporto si afferma che l’allora Attorney General e fratello del presidente, disse all’Fbi di aver appreso che la Cia aveva assoldato un intermediario «per avvicinare Sam Giancana con la proposta di pagarlo 150mila dollari per trovare un killer che andasse a Cuba ad uccidere Castro». Questo, disse quindi il Procuratore generale, rese poi difficile perseguire in giustizia Giancana, un esponente della criminalità siculo-americana. «L’Attorney General affermò che la Cia non avrebbe più dovuto ricorrere a gente della mafia senza essersi prima consultata con il Dipartimento alla Giustizia altrimenti sarebbe stato difficile perseguire quella gente in futuro». Lo stesso rapporto sostiene che la Cia si era successivamente interessata alla possibilità di usare gangster per uccidere Castro somministrandogli una dose di veleno.

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