Vietato collegarlo ai migranti, ma ora l’africano “Virus del Nilo” minaccia 22 città: ecco quali

9 Set 2017 13:39 - di Prisca Righetti

E poi la Bonino dice che siamo patetici ad addebitare agli sbarchi l’insorgenza di virus e malattie letale di provenienza africana. I media si affannano a giustificare infestazioni di insetti fin qui sconosciuti al Belpaese e i casi di contagio gravi di virus e batteri a noi sconosciuti con tutto, fuorché che con l’ovvio. E intanto, a distanza di pochi giorni dalla morte della piccola Sofia, la cui vita è stata stroncata da una grave forma di malaria: dopo lo stop alle trasfusioni dato ad Anzio per i casi di chickungunya, le zanzare tornano, ancora una volta, «sotto accusa»: stavolta per problemi legati al virus del Nilo Occidentale (West Nile Virus), un arbovirus di origine africana che solo accidentalmente può infettare l’uomo, ma che da qualche anno colpisce in Italia, soprattutto nell’area della Pianura Padana.

“Virus del Nilo”, paura in 22 province del centro-nord: ecco quali

A dispetto del nome “esotico” il “Virus del Nilo” preoccupa, e non poco: rilevato in 22 province tra Nord e Centro (in particolare in Lazio e Sardegna), il rischio di un suo proliferarsi ha indotto il Centro nazionale sangue a disporre la sospensione temporanea per 28 giorni dei donatori e di emocomponenti che abbiano soggiornato anche solo per una notte in queste province nella stagione estivo-autunnale 2017. Si tratta di: Reggio Emilia, Ravenna, Modena, Venezia, Rovigo, Brescia, Cremona, Bologna, Ferrara, Padova, Verona, Oristano, Mantova, Novara, Pavia, Milano, Piacenza, Lodi, Viterbo, Treviso, Vicenza, Livorno. «Il virus compare in Italia in agosto-settembre, viaggia con gli uccelli e viene trasmesso dalla zanzara culex, la zanzara comune. In particolare – spiega all’Adnkronos Salute Gianni Rezza, direttore del Dipartimento Malattie infettive dell’Istituto superiore di sanità – quest’infezione tende a colpire il cavallo e l’uomo. L’infezione umana è in oltre l’80% dei casi asintomatica; nel restante 20% dei casi i sintomi sono quelli di una sindrome pseudo-influenzale, ma nell’1% l’infezione virale può provocare meningite o meningo-encefalite. Insomma, si tratta di un’infezione più grave della Chikungunya, a cui sono risultate positive tre persone ad Anzio».

“Virus del Nilo”: è più grave della chickungunya

Un virus dal nome esotico, che viaggia attraverso la circolazione sanguigna fino a raggiungere il cervello e il midollo spinale, provocando un’infiammazione che può dare sintomi neurologici gravi e potenzialmente fatali. Il “Virus del Nilo Occidentale” ha avuto origine «in Africa molti anni fa, ma poi si è diffuso in tutto il mondo ed oggi è arrivato ad interessare anche Australia, Asia, Europa e Nord America – continua Rezza –. L’infezione è stata diagnosticata per la prima volta negli Stati Uniti nel 1999. Il virus si trasmette solo direttamente, attraverso le zanzare, ma non da cavallo a cavallo o da cavallo a uomo». Nelle scorse settimane in Italia è stato segnalato un caso umano di febbre da West Nile Virus nella provincia di Vicenza e un caso di malattia neuro-invasiva nella provincia di Livorno. A Viterbo sono stati colpiti dei cavalli. «In generale in Italia – ricorda Rezza – l’area più colpita è quella della Pianura Padana, con Emilia, Veneto e anche una zona della Sardegna occidentale. In Europa si registrano casi nei Balcani, in Grecia e in genere vicino ai grandi fiumi. Ogni anno abbiamo nel nostro Paese qualche decina di casi sporadici, ma le infezioni sono più numerose perché asintomatiche, ecco perché è opportuno lo stop delle donazioni di sangue». Ma come si contrasta il Virus del Nilo? «La disinfestazione delle zanzare è l’arma migliore», assicura l’esperto. Le evidenze scientifiche nazionali ed internazionali hanno dimostrato l’efficacia dei piani di sorveglianza sistematica delle catture di zanzare vettrici e di sorveglianza attiva degli uccelli selvatici per fornire informazioni precoci sulla circolazione del West Nile Virus, l’ultimo minaccioso virus da importazione.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

  • Zelea 19 Luglio 2018

    Io ho il virus, ma se ne sono acorti solo perchè sono un abituale donatore di sangue (vorrei ricordare che in mesi e mesi di donazione non ho mai visto un neger donare…), ma tutti gli altri!?
    Basta neger, pietà…