Sos acqua, Rampelli: la colpa è della Raggi e di Zingaretti. E i cittadini pagano…

22 Lug 2017 12:08 - di Redazione

«Sull’emergenza idrica Regione, Comune e Acea inizino a chiedere scusa ai romani invece di mettere in onda questo indecoroso scaricabarile». Fabio Rampelli punta i riflettori sull’allarme acqua e l’indice contro la sindaca naif. «La Raggi, teoricamente così sensibile all’acqua pubblica, avendo il Campidoglio la quota di maggioranza di Acea, avrebbe subito dovuto costringere l’azienda a effettuare quei lavori di manutenzione ordinaria e straordinaria per riparare acquedotti colabrodo che producono un record negativo di sprechi e dispersione idrica», ha dichiarato in una nota il capogruppo di Fratelli d’Italia a Montecitorio, «ora chieda scusa per non averlo ancora fatto dopo 15 mesi di governo della capitale e dell’area». E ancora: «Zingaretti si vergogni per la decisione unilaterale di bloccare la captazione dell’acqua dalla riserva idrica di Bracciano, presa solo per mettere in difficoltà il Campidoglio, ignorando volutamente le conseguenze sugli utenti finali del servizio: i cittadini, che pure pagano esose bollette e sono disinteressati agli stucchevoli scontri tra Pd e M5S».

Rampelli: ora la Raggi e Zingaretti chiedano scusa

Il management di Acea, società quotata in borsa e di profilo industriale, si è dimostrato incapace di una programmazione indispensabile quando si è leader internazionali di un settore. L’impressione è che la solerzia nella riscossione delle bollette – continua Rampelli – non sia accompagnata da altrettanto solerti e adeguati investimenti nella prevenzione agli sprechi civili e industriali, nelle opere di manutenzione e modernizzazione delle condotte, in progetti tecnologicamente innovativi alternativi alla semplice captazione dell’acqua sorgiva, nelle necessarie politiche di salvaguardia dell’acqua potabile troppo spesso utilizzata in maniera impropria. Chiedano scusa – conclude il capogruppo di FdI – per i disagi che arrecheranno, ma anche per la brutta figura che fanno fare a Roma, ricoperta di immondizia, con strade e marciapiedi impraticabili a causa delle buche e, ora, ridotta alla sete».

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