Il Qatar respinge al mittente le accuse di finanziare il terrorismo islamico

7 Lug 2017 19:16 - di Redazione

Accuse “false” e “infondate”: il Qatar risponde così ad Arabia Saudita, Bahrain, Emirati Arabi Uniti ed Egitto. “Il Qatar esprime rammarico per il contenuto delle due dichiarazioni diffuse al Cairo e a Gedda dai quattro Paesi responsabili del blocco e per le accuse false contenute nelle due dichiarazioni che equivalgono a diffamazione”, si legge in una nota del ministero degli Esteri di Doha. Il comunicato arriva dopo che la notte scorsa in una nota congiunta i quattro Paesi arabi hanno sottolineato come la decisione del Qatar di respingere “ostinatamente” le 13 richieste per mettere fine alla crisi “dimostri in che misura” le autorità di Doha sono “legate alle organizzazioni terroristiche” e come testimoni “i loro continui sforzi per sabotare e minare la sicurezza e la stabilità nel Golfo e danneggiare gli interessi dei popoli della regione, compreso quello del Qatar”. Una fonte del ministero degli Esteri dell’emirato citata nella nota diffusa da Doha descrive il contenuto della dichiarazione riguardo “le interferenze negli affari interni di altri Paesi e il finanziamento al terrorismo come accuse infondate”. “La posizione del Qatar riguardo il terrorismo è coerente e nota per la sua opposizione e condanna a tutte le forme del terrorismo, qualsiasi siano le cause e le ragioni”, si legge nel comunicato che ribadisce l’impegno dell’emirato rispetto alle “convenzioni internazionali per il contrasto al terrorismo e alle sue fonti di finanziamento a livello regionale e internazionale”. La fonte definisce “infondata” anche l’accusa rivolta al Qatar di aver fatto trapelare le 13 richieste dei quattro Paesi arabi per porre fine alla crisi. Doha “ribadisce” inoltre la disponibilità a “cooperare ed esaminare tutte le affermazioni che non sono in contrasto con la sovranità del Qatar” nel contesto di una mediazione “imparziale”. Doha esprime quindi apprezzamento per l’impegno dell’emiro del Kuwait, Sheikh Sabah Al-Ahmad Al-Jaber Al-Sabah, nella difficile mediazione e per i suoi “sforzi sinceri per arrivare a una soluzione della crisi”.

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