Dottor Zivago, così il Pci manovrò per censurare quelle pagine esplosive

1 Giu 2017 12:36 - di Adele Sirocchi

Il 2 giugno 1960 si svolgevano i funerali dello scrittore Boris Pasternak (era morto il 29 maggio). Esequie semiclandestine nel cimitero di Peredelkino. Gli amici recitarono per lo scrittore perseguitato dal potere comunista sovietico alcuni versi: «Sono solo, tutto intorno a me sprofonda nella falsità». Tre anni prima Fetrinelli aveva pubblicato in Italia il capolavoro di Boris Pasternak, Il dottor Zivago, nonostante le pressioni dell’Unione sovietica e dello stesso partito comunista italiano per bloccarne la divulgazione. 

“Il PCUS – racconta lo storico Stefano De Luca  – decise di fare pressioni sul PCI per recuperare il manoscritto in mano a Feltrinelli, ma i dirigenti Pietro Secchia e Paolo Robotti fallirono nel loro tentativo di persuadere l’editore. Nel gennaio del 1957 i sovietici decisero quindi di intervenire direttamente nella questione, principalmente attraverso Surkov, Segretario dell’Unione degli Scrittori dell’Unione Sovietica. Surkov, che mai avrebbe permesso la pubblicazione del romanzo in Unione Sovietica, giocò il tutto per tutto per impedirla anche in Italia, giungendo, ad inizio ottobre 1957, nella redazione milanese di Feltrinelli. Dopo un acceso faccia a faccia con l’editore, durato tre ore, Surkov ne uscì sconfitto, perché Feltrinelli non avrebbe rinunciato a pubblicare in Italia, nei tempi preventivati, il romanzo di Pasternak”. 

Un anno dopo, quando venne conferito a Pasternak il Nobel per la letteratura, le autorità sovietiche inscenarono contro lo scrittore una campagna di delegittimazione in cui lo indicavano come “traditore del popolo”. 

Pasternak era figlio di un noto pittore e di una pianista di talento, dopo studi di musica, diritto e filosofia si avvicinò al gruppo futurista “Centrifuga”. A disagio nel clima di sempre più rigido controllo ideologico, dopo il volume di liriche “Seconda nascita” (1932)  si dedicò per alcuni anni alla traduzione. Negli anni successivi alla guerra lavorò segretamente al romanzo Dottor Zivago, dal quale fu tratto nel 1965 il film di David Lean premiato con cinque Oscar, tra cui quello per la musica per l’indimenticabile Tema di Lara

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