Ong, attacco di Grasso al pm che indaga. E Orlando provoca Alfano

29 Apr 2017 16:56 - di Paolo Lami

Il Pd carica a pallettoni contro il magistrato Carmelo Zuccaro, capo della Procura di Catania “colpevole” di aver spiegato che dietro ad alcune Ong potrebbero esserci i trafficanti di esseri umani e anche una strategia per destabilizzare economicamente l’Italia. E’ nell’aria da giorni il tentativo del Centrosinistra di crocifiggere il magistrato che sta indagando sulle Organizzazioni non governative che con le loro navi stazionano di fronte alle coste libiche e fanno da taxi agli immigrati per portarli in Italia. In mano al magistrato ci sono, fra l’altro, gli elementi, soprattutto intercettazioni, dei Servizi segreti, anche stranieri che provano i contatti telefonici fra trafficanti e Ong. E non solo. Elementi di prova che la legge italiana non consente al magistrato di utilizzare. Insomma la Procura di Catania sembra avere le mani legate su una vicenda che rischia di portare alla luce rapporti inconfessabili fra i trafficanti e alcune Ong.

Già ieri Orlando e Minnitti, rispettivamente ministro della Giustizia e ministro dell’Interno, avevano richiamato il magistrato. Ora è la volta dell’ex-capo della Procura di Palermo, Grasso finito, poi, grazie al Pd, sulla poltrona di presidente del Senato, dunque la seconda carica dello Stato.
Grasso gioca sul triplo ruolo di esponente Pd, presidente del Senato ed ex-magistrato. E attacca frontalmente Zuccaro. In maniera progressiva. La prima bordata arriva in mattinata: «da magistrato ho sempre tenuto un comportamento coerente – dice parlando in prima persona di sé stesso – bisogna parlare delle indagini soltanto quando sono concluse e non quando sono in corso».

Quello dell’esponente Pd sembra un tentativo di spingere il Csm a prendere posizione contro l’ex-collega: «che un magistrato si possa pronunciare prima che si facciano le indagini – sostiene il presidente piddì del Senato – mi pare un po’ fuori dall’ordinamento. Va fuori da quelle che sono le competenze di un magistrato».

Poi l’altra bordata quando gli viene chiesto perché viene attaccato il procuratore di Catania: «Un attacco al procuratore di Catania, Zuccaro?» sulle polemiche sollevate dal M5S sull’inchiesta sulle Ong? «Il problema – replica Grasso – è che chi cavalca quelle dichiarazioni poi difende la fonte di quelle dichiarazioni. Ma – avverte Grasso – bisogna scindere il problema politico dal problema giudiziario, sono due aspetti assolutamente diversi». E a chi gli chiede se
le parole di Zuccaro possano essere stato un modo per chiedere alla politica di avere più strumenti per indagare, Grasso replica secco prendendo di petto Zuccaro trattato come un dilettante: «Gli strumenti per le indagini ci sono. Bisogna saperli utilizzare e trovare le prove. Quando si è conclusa l’indagine forse si può rendere noto l’esito delle indagini. Ma mai prima». Come dire: Zuccaro è incapace di trovare le prove e usare gli strumenti di indagine che ci sono.

Di più. L’accusa è anche quella di insensibilità istituzionale. Poiché, secondo Grasso, la polemica sull’inchiesta sulle Ong della Procura di Catania «è stata strumentalizzata da una parte politica che è contro l’accoglienza e l’integrazione» e, da questo punto di vista «una persona che ha un incarico istituzionale deve anche prevedere le strumentalizzazioni delle proprie dichiarazioni».

Le parole di Grasso, che provocano uno scontro istituzionale senza precedenti – il presidente del Senato, seconda carica dello Stato, contro un magistrato – sono il via libera per una serie di attacchi concentrici contro Zuccaro, fatti da chi, fino a ieri, diceva di sostenere la magistratura. «Se ci sono casi specifici di degenerazione o cose che devono essere segnalate e perseguite – alza il dito Orfini – lo si faccia senza criminalizzare il movimento di persone perbene che dedicano la loro vita agli altri».

«Se c’è un problema su qualche Ong si risolve il problema e si colpisce quell’Ong, non si spara nel mucchio – politicheggia Matteo Renzi – Loro – dice dell’opposizione – vogliono prendere i voti, noi vogliamo fermare gli scafisti».

«Dobbiamo essere grati per il lavoro che fanno le organizzazioni dei volontari nel Mediterraneo e in tanti  altri settori: senza il lavoro del volontariato l’Italia sarebbe più povera – scende in campo Gentiloni – Se poi ci sono, da parte della magistratura, delle informazioni specifiche, credibili e attendibili, non sarà certo il governo a contrastare. Ma distinguiamo questo dal fatto che per noi l’attività delle organizzazioni di volontariato è un’attività preziosa e benvenuta. Ci sono traffici? La magistratura indagherà. Ci sono volontari che lavorano per salvare vite umane? Benvenuti».

Anche i giuristi favorevoli all’immigrazione si schierano contro il procuratore Zuccaro arrivando a sostenere che è normale vi siano state telefonate fra le Ong e i trafficanti.

«Quello delle Ong è un mondo composito, c’è di tutto dentro. I bilanci, anche delle migliori, sono opachi ed è doveroso che i governi facciano chiarezza», avverte il capogruppo di Fi a Montecitorio, Renato Brunetta. E annuncia: «mercoledì prossimo faremo una conferenza stampa e produrremo tutti i documenti ufficiali in nostro possesso. Ad esempio gli atti parlamentari del Comitato Schengen, presieduto da Laura Ravetto, e della Commissione Difesa del Senato, che certificano e dimostrano, allo stato dell’arte, quello che molti giornali stanno già raccontando. Chi invece di fare chiarezza intimidisce i magistrati evidentemente ha qualcosa da nascondere».

Spiazza e irrita i suoi colleghi di governo, Angelino Alfano. Che accusa quanti si scagliano contro Zuccaro: «Sono degli ipocriti e dei sepolcri un po’ imbiancati tutti quelli che si indignano a comando. Io do cento per cento di ragione al procuratore Zuccaro, perché ha posto una questione vera. Tutti coloro i quali devono sapere sanno che questo rischio c’è. Il procuratore Zuccaro non ha generalizzato, non ha sparato genericamente su tutte le Ong ma occorre andare fino in fondo e penso, e spero, che non sia solo la procura di Catania ad occuparsi di questa vicenda. Bisogna anche capire come fanno alcune Ong, e non tutte – neanche la mia è una generalizzazione – a spendere tutti questi soldi solo con i finanziamenti dei sostenitori».

La presa di posizione dell’ex-segretario dell’Udc non può non riportare alla memoria l’inchiesta che sta seguendo proprio Zuccaro sul centro Cara di Mineo e sulle turbative d’asta negli appalti che hanno coinvolto due fedelissimi di Alfano, due pezzi da novanta dell’Udc, il sindaco di Mineo, Anna Aloisi e l’ex-sottosegretario Castiglione: «questi soggetti che rivestivano delle cariche pubbliche hanno turbato le tre gare», raccontò il 24 gennaio scorso proprio Zuccaro alla Commissione parlamentare di inchiesta sull’immigrazione. Rivelando anche che, in cambio di quei bandi di gara preconfezionati, ci fu una «promessa di voti per loro e per i gruppi politici di cui facevano parte» alle Politiche e alle Comunali 2013, nonché alle Europee 2014. «Un determinato bacino di voti per loro e anche per i gruppi politici di cui facevano parte. L’altro corrispettivo che è stato individuato è la costituzione di 15 circoli di Ncd».

Le parole di Alfano provocano, quindi, ovviamente, la reazione stizzita del Pd. «Io al momento non ho elementi per dire che il procuratore di Catania abbia commesso illeciti disciplinari. Il pm ha fatto una valutazione di carattere politico come tutti i cittadini è titolato a farlo, Alfano la condivide. Discuteremo in
futuro su come mai in questi anni Alfano non ha avuto contezza di questa evoluzione del fenomeno e del ruolo delle Ong – lo avverte il collega di governo,
il ministro della Giustizia, Andrea Orlando – Alfano ha più elementi di me, perchè ha fatto il ministro degli Interni. Se dice che il procuratore di Catania ha ragione, e cioè che effettivamente le Ong collaborano con gli scafisti, la domanda che sorge spontanea è questa: Alfano non se ne è accorto quando era ministro degli Interni?».

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