Consip, scontro fra i pm di Roma e Napoli: chiesto l’intervento del Csm

12 Apr 2017 12:27 - di Paolo Lami

E’ scontro fra Procure sul caso Consip e sulle intercettazioni disposte dai magistrati e sbobinate dai carabinieri del Noe. E interviene il Csm, l’organo di tutela della magistratura, al quale il consigliere laico dell’organismo, Pierantonio Zanettin chiede l’apertura di una pratica in Prima Commissione per verificare se «l’operato di taluno dei titolari dell’inchiesta Consip, possa incidere negativamente sull’immagine di imparzialità ed indipendenza del magistrato, determinando una incompatibilità ambientale o funzionale».

«La stampa odierna parla apertamente ormai di «duello tra i pm di Roma e Napoli  – scrive Zanettin nella richiesta al comitato di presidenza citando il Corriere della Sera – in merito all’inchiesta Consip. Dopo che il capitano del Noe, Giampaolo Scafato, è stato accusato di falso ideologico per aver alterato l’intercettazione contro Tiziano Renzi, padre dell’ex-premier, ed aver accreditato la possibilità che i Servizi segreti stessero “spiando” l’inchiesta, la Procura di Roma ha disposto la rilettura degli atti, ordinando ai Carabinieri del Comando provinciale di Roma di riascoltare tutte le intercettazioni captate nell’ufficio di Alfredo Romeo. Viceversa la Procura di Napoli ha ribadito «piena fiducia nell’operato del Noe» e confermata la delega per il filone investigativo che coinvolge Romeo in Campania».

«L’opinione pubblica – sostiene Zanettin – si chiede se Scafato abbia agito per sbadataggine, o perché mosso da ambizione di carriera, o addirittura perché manovrato da qualche burattinaio che è rimasto nell’ombra. E’ certo che queste vicende gettano un’ombra inquietante sul comportamento di apparati dello Stato, in apparente conflitto tra loro. In un quadro così delicato per l’equilibrio democratico del paese, il Csm non può a giudizio del sottoscritto, rimanere inerte, e nei limiti e nel rispetto delle proprie prerogative, deve svolgere gli opportuni accertamenti in ordine all’operato delle Procure della Repubblica coinvolte».

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