Truffe alle assicurazioni, bastonate pure a un disabile per fingere le lesioni dell’incidente

8 Mar 2017 10:22 - di Prisca Righetti

Un classico delle truffe ordite ai danni delle compagnie di assicurazioni, questa volta però condito da un’ingrediente pulp, teso a rendere l’inganno il piùrealistico possibile. All’opera sull’inteccio criminale teso a denunciare – a fini risarcitori – falsi incidenti e relativi danni fisici, una vera e propria associazione per delinquere: una banda organizzata di cui oggi sono finiti in manette ben sei componenti: 4 in carcere e 2 agli arresti domiciliari.

Truffe alle assicurazioni: 6 arresti a Caserta

Proprio poco fa, infatti, i Carabinieri della stazione di Grazzanise (Caserta) hanno dato esecuzione a 6 misure cautelari, emesse dal gip del Tribunale di Santa Maria Capua Vetere su richiesta della Procura sammaritana, nei confronti di altrettanti indagati per i reati di associazione per delinquere finalizzata alla truffa in danno di compagnie assicurative, al sequestro di persona, alle lesioni personali, alle estorsioni e altro. Già, perchè in base a quanto fin qui ricostruito dagli inquirenti al lavoro sul caso, e relativamente a auqel poco che dall’indagine trapela, sembra che l’organizzazione criminale si avvalesse addirittura di cosiddetti “picchiatori”, uomi assoldati dal gruppo di truffatori che, armati di bastoni, sarebbero stati chiamati a causare lesioni ai soggetti coinvolti nei finti incidenti, al fine di farli arrivare al pronto soccorso e ottenere così la necessaria certificazione medica da allegare alla richiesta di indennizzo. Richiesta che, come noto, sale a seconda del trauma fisico riportato dall’incidentato.

Picchiato anche un disabile per fingere le lesioni

E allora, c’è anche un portatore di handicap tra le vittime dei finti incidenti, picchiati per fingere lesioni causate dal falso sinistro. Gli indagati hanno procurato al portatore di handicap gravi lesioni malmenandolo al fine di produrre richieste di risarcimento per suo conto. Ma se nella maggior parte dei casi le vittime dei falsi sinistri erano consenzienti nel farsi picchiare in cambio di piccole somme di denaro, ai magistrati è apparso evidente che «talvolta la volontà di tali soggetti era stata violentemente coartata», come nel caso del portatore di handicap, «incapace di autodeterminarsi». Secondo la ricostruzione fornita dal procuratore Maria Antonietta Troncone, i componenti del gruppo provocavano lesioni fisiche a diverse persone, per lo più giovani tra i 18 e i 25 anni, utilizzando bastoni e mazze di legno o di ferro, portandoli poi nei vicini ospedali dove facevano attestare nei certificati medici redatti dal personale sanitario che le lesioni erano derivanti da un incidente stradale. I certificati venivano poi consegnati ad alcuni avvocati, tutti estranei all’indagine, che curavano le pratiche risarcitorie trasmettendo la richiesta di risarcimento alla compagnia assicurativa, truffata “acon tutti i crismi”…

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