L’Iraq chiede a Trump di ricostruire il Paese, una volta liberata Mosul

24 Mar 2017 17:53 - di Redazione

Sono oltre tremila i civili rimasti uccisi a Mosul, nel nord dell’Iraq, dall’inizio dell’offensiva lanciata lo scorso 19 febbraio dalle forze governative per riprendere la zona occidentale della città, alcune parti della quale sono ancora sotto il controllo del sedicente Stato islamico (Isis), che durante i combattimenti ha fatto uso dei civili come scudi umani, causandone la morte anche con attentati suicidi. Lo ha rivelato una fonte del dipartimento Protezione civile di Mosul. Secondo la fonte, si ritiene che 2.070 cadaveri si trovino ancora sotto le macerie degli edifici crollati nei combattimenti in diverse zone residenziali di Mosul ovest. “Questi corpi non sono stati recuperati a causa della presenza di cecchini (dell’Isis, ndr)”, ha dichiarato. Nel calcolo totale delle vittime, ha aggiunto la fonte, sono considerati anche gli oltre 100 civili rimasti uccisi per errore negli ultimi tre giorni nei raid iracheni e della coalizione sulle aree della Città Vecchia ancora controllate dai jihadisti. 

Baghdad a Trump: abbiamo bisogno degli Usa

Intanto Baghdad si aspetta l’aiuto degli Stati Uniti per ricostruire il Paese e “vincere la pace”. Lo ha dichiarato il primo ministro iracheno, Haider al-Abadi, in un editoriale per il Washington Post a pochi giorni dall’incontro con il presidente Usa, Donald Trump, avvenuto lunedì. “Chiediamo agli Stati Uniti di unirsi a noi nel sollecitare la comunità internazionale a rispettare le sue promesse di finanziamenti per assicurare e stabilizzare le nostre comunità e prevenire il riemergere dell’Isis e di al-Qaeda“, ha dichiarato al-Abadi. “Abbiamo anche bisogno del know-how e degli investimenti degli Stati Uniti per rilanciare la nostra economia e rinnovare la nostra democrazia. Nello spirito del nostro accordo del 2008, vogliamo impegnarci in una partnership che coinvolga diplomazia, difesa, sicurezza, istruzione e cultura”, ha proseguito il premier iracheno. “Le nostre sfide – ha aggiunto Abadi – possono essere delle opportunità per gli americani. Ma, fondamentalmente, saremo noi a scrivere un nuovo capitolo della nostra storia. Insieme ai nostri partner internazionali stiamo lavorando per costruire un nuovo Iraq avanzando verso questo sogno. Gli americani hanno costruito quel tipo di Paese. Con il vostro aiuto e la buona volontà, lo faremo ance noi”.

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