«Castro era un tiranno». Altolà dei repubblicani: Obama diserti i funerali

28 Nov 2016 10:29 - di Alessandra Danieli

Un dittatore, un affamatore del popolo. Negli Usa crescono le polemiche sulla partecipazione ai funerali di Fidel Castro, storico nemico degli americani. «Per nessun motivo il presidente Obama, il vice presidente Biden o il segretario di Stato Kerry devono andare a Cuba per i funerali di Castro. Era un tiranno». Con questo tweet a firma di Newt Gingrich, ex speaker della Camera e tra i sostenitore della prima ora di Donald Trump, parte la battaglia dei repubblicani per la svolta nei confronti dell’isola caraibica, i repubblicani spingono per un cambio di marcia rispetto all’apertura dell’amministrazione Obama, che ha voluto iniziare un nuovo capitolo nella storia delle relazioni tra i due Paese.

L’incognita dei funerali di Castro

La linea di Trump non è ancora delineata, come confermano anche i più stretti collaboratori del presidente: interpellata sull’argomento Cuba dopo la morte di Castro la manager della campagna di Trump, Kellyanne Conway, non ha rivelato alcun dettaglio sulle intenzioni del tycoon una volta insediatosi alla Casa Bianca. Qualche spunto in più lo rivela Rience Priebus, designato chief of staff alla Casa Bianca del prossimo presidente, rimanendo tuttavia evasivo nello specificare che per continuare sulla strada delle relazioni diplomatiche tra gli Stati Uniti e Cuba Trump vorrà vedere dei movimenti nella “giusta direzione” da parte del governo all’Avana.

La svolta con Cuba

Sulla carta, Trump può fare marcia indietro su Cuba senza l’aiuto del Congresso perche il disgelo con Cuba è un executive order, una decisione esecutiva prerogativa del presidente e non un atto legislativo. La Conway ha rivelato una lunga conversazione tra Trump e Obama proprio nel giorno dell’annuncio della morte di Fidel Castro. La manager della campagna elettorale dell’avversario di Hillary Clinton ha detto che i due si «parlano regolarmente e che si trovano tra l’altro molto bene, nonostante le posizioni opposte, c’è del rispetto». Del resto Trump, pochi giorni fa, ha rivelato che Obama gli «è proprio piaciuto» dopo averlo incontrato per la prima volta alla Casa Bianca e che non era sicuro che sarebbe stato così. Sul da farsi con Cuba potrebbe contare davvero la parola di Obama, se si tiene conto che dall’altra parte gli appelli tra i più accorati a cambiare corso vengono da Ted Cruz e Marco Rubio, ex rivali di Trump in campagna elettorale (entrambi di origini cubane). 

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