Parisi sprona Forza Italia: «La gente ci chiede di essere alternativa credibile a Renzi»

29 Ott 2016 10:46 - di Redazione

Forza Italia deve farla finita con «le beghe interne, le trame e le sotto-trame» perché il centrodestra moderato deve «uscire dall’ambiguità» e «decidere se vuole o no rinnovarsi e proporsi come seria alternativa di governo», altrimenti «avremo la responsabilità di aver consegnato il Paese al Movimento Cinque stelle». È quanto afferma al Giornale, Stefano Parisi. «Credo che in questo momento – spiega Parisi – sia sbagliato per le forze del centrodestra farsi competizione tra loro. Il tema vero, infatti, è solo uno: riconquistare la fiducia di 10 milioni di persone che non hanno più votato centrodestra rimanendo a casa o votando Cinque stelle». «Sono persone moderate – aggiunge -, professionisti e media borghesia, gente che con una proposta seria di governo e con persone competenti, affidabili e oneste possiamo riportare a votare per noi». Se il 4 dicembre vince il “No” si va alle elezioni anticipate? «Prima di tutto – replica Parisi – si fa una legge elettorale condivisa da tutti. Poi, in tempi brevissimi, si deve andare a votare. È per questo che dobbiamo cominciare a costruire il dopo sin da oggi e farci trovare pronti a governare. L’incontro di Berlusconi con Sergio Mattarella va proprio in questa direzione, quella di un centrodestra moderato e affidabile».

Matteoli: “Dopo il No si torna al voto”

La linea di Forza Italia dopo il referendum è stata ribadita nelle ultime ore da Altero Matteoli. «Per Forza Italia votare No al referendum significa bocciare una riforma squilibrata e il governo Renzi che ha fallito. Se vince il No – prosegue il senatore azzurro – per noi Renzi deve dimettersi, ovviamente sarà il Capo dello Stato nel rispetto della Costituzione e delle sue prerogative a decidere il da farsi. Non ci saranno inciuci nè accordi con Renzi da parte di Forza Italia e di tutte le altre forze di centrodestra. Non lo dico io ma il chiaro e unanime deliberato dell’Ufficio di Presidenza del partito».  Matteoli giudica quindi «inverosimili e destituite di fondamento altre ipotesi sul dopo referendum».

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