Def, l’opposizione contro Padoan: «Le sue previsioni si basano su fantasie»

4 Ott 2016 18:02 - di Niccolo Silvestri

Comincia con il ministro Piercarlo Padoan che conferma la crescita dell’1 per cento per il 2017 e finisce con i parlamentari di tutta l’opposizione presenti in commissione Bilancio che raccolgono firme per chiedere una nuova convocazione del titolare del dicastero di via XX Settembre dal momento che «l’Ufficio parlamentare di bilancio ha espresso valutazioni significativamente divergenti rispetto a quelle del governo»: si è trasformata praticamente in una corrida l’audizione di Padoan a Montecitorio sulla nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza (Def).

Contrasti tra le stime del Parlamento e quelle del governo

Il ministro ha giustificato la distanza tra le stime del governo e quella dell’Ufficio parlamentare di bilancio (Upb) con la consapevolezza che il più 1 per cento previsto dal governo «viene dalla valutazione dell’impatto delle misure» della prossima manovra «sul tasso di crescita», informazioni «non disponibili» per l’Upb, «ma è chiaro – ha aggiunto – che ci sono margini per chiudere il gap tra le previsioni». La spiegazione di Padoan non però convinto l’opposizione: Stefano Fassina, di Sinistra Italiana, ha parlato di «numeri inventati», mentre il capogruppo di Forza Italia a Montecitorio, Renato Brunetta, intervenuto in aula, ha accusato il ministro di non tenere conto del Parlamento e di non aver rispettato l’impegno a non modificare «nessun numero»del Def: «Questo disprezzo del Parlamento – ha aggiunto Brunetta – è lo stesso disprezzo che ha esplicitato il presidente emerito della Repubblica, Giorgio Napolitano, che ha definito il Parlamento uno straccio e indegno se non fosse passato il referendum confermativo».

L’opposizione raccoglie le firme per riportare Padoan in Commissione

Voci dissonanti rispetto all’audizione resa da Padoan si sono alzate anche all’interno del Pd. Su tutte quella di Francesco Boccia, che della commissione Bilancio è il presidente. Il suo è un vero atto d’accusa, seppur camuffato da aspetti procedurali: «Se fosse stata rispettata la nuova legge di bilancio – ha detto – l’Upb avrebbe avuto tutti gli elementi per fare le opportune valutazioni sulla manovra e forse non saremmo in queste condizioni». Boccia ha dato tempo alla Commissione fino al 15 ottobre, data della trasmissione e presentazione a Bruxelles da parte del governo del Dpb (documento programmatico di bilancio), per visionare le integrazioni che Padoan deciderà di inserire alla nota di aggiornamento. Solo dopo – ha annunciato – si arriverà al voto finale della risoluzione.

Commenti

Lascia un commento

Il tuo indirizzo email non sarà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *