Ratzinger rivela: “Durante il viaggio in Messico ho capito di non farcela più”

24 Ago 2016 18:55 - di Redazione

«Naturalmente avevo a cuore di portare a compimento l’anno della fede e di scrivere l’enciclica sulla fede che doveva concludere il percorso iniziato con Deus caritas est”, “tuttavia, vi erano numerosi impegni che non ritenevo più di poter portare a termine». Lo dice Joseph Ratzinger in un’intervista, pubblicata da Repubblica, al teologo Elio Guerriero, autore della biografia autorizzata del Papa emerito che sarà a breve in libreria. In particolare, dice il papa emerito, «era già stata fissata la data della Giornata Mondiale della Gioventù che doveva svolgersi nell’estate del 2013 a Rio de Janeiro in Brasile. Ora, a questo riguardo, io avevo due convinzioni ben precise. Dopo l’esperienza del viaggio in Messico e a Cuba, non mi sentivo più in grado di compiere un viaggio così impegnativo. Inoltre con l’impostazione data da Giovanni Paolo II a queste giornate la presenza fisica del papa era indispensabile. Non si poteva pensare a un collegamento televisivo o ad altre forme garantite dalla tecnologia. Anche questa era una circostanza per la quale la rinuncia era per me un dovere».

Ratzinger: “L’obbedienza a Bergoglio mai in dubbio”

Nei giorni del viaggio a Messico e Cuba, spiega, «ho sperimentato con grande forza i limiti della mia resistenza fisica. Soprattutto mi son reso conto di non essere più in grado di affrontare in futuro voli transoceanici per il problema del fuso orario. Naturalmente ho parlato di questi problemi anche con il mio medico, il professore Patrizio Polisca». «Da allora in poi dovetti decidere in un tempo relativamente breve sulla data del mio ritiro». «L’obbedienza al mio successore non è mai stata in discussione», sottolinea a proposito del suo rapporto con Papa Francesco. «Ma poi vi è il sentimento di comunione profonda e di amicizia. Al momento della sua elezione io provai, come tanti, uno spontaneo sentimento di gratitudine verso la Provvidenza. Dopo due pontefici provenienti dall’Europa Centrale, il Signore volgeva per così dire lo sguardo alla Chiesa universale e ci invitava ad una comunione più estesa, più cattolica».

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