Chi era il killer di Nizza: sposato, tre figli, non conosciuto ai Servizi

15 Lug 2016 12:23 - di Redazione

Il killer di Nizza, identificato da Nice Matin come Mohamed Lahouaiej Bouhlel, è stato condannato per violenze a marzo. Lo scrive Le Figaro online citando fonti di polizia. Il franco-tunisino di 31 anni, secondo alcune fonti nato a Sousse in Tunisia, e residente a Nizza, non ha precedenti per terrorismo e non era conosciuto dai servizi. Non era schedato ma era conosciuto dalla giustizia ordinaria per reati minori, uno dei quali legato alle violenze commesse contro la moglie. Su di lui si susseguono notizie frammentarie e non del tutto verificate. Si sa che era sposato e padre di tre figli. France Info riferisce che l’uomo stava divorziando e aveva problema di soldi.

Gli italiani presenti all’attentato e che l’hanno guardato negli occhi mentre scatenava l’inferno hanno raccontato così la scena a La Stampa: “Abbiamo visto quel camion piombare sulla folla e la faccia dell’uomo al volante. Aveva gli occhi di fuori. Poi i corpi sono volati in aria e la polizia ha cominciato a sparare…”. Il tir si è lanciato a tutta velocità contro la folla seminando terrore e morte. Molti – riferisce ancora Martino Antonino, che lavora in una gelateria a Nizza – sono rimasti calpestati dalla massa di persone in fuga.

Uno scenario di guerra confermato dalle parole del console generale d’Italia a Nizza Serena Lippi che così parla dell’attentato sulla Promenade des Anglais: “C’erano morti ovunque, corpi agonizzanti a terra e tantissimo sangue”. “Ero appena tornata dalle celebrazioni ufficiali per il 14 luglio in piazza Massena – racconta – e mi stavo per affacciare sul balcone per vedere gli ultimi fuochi d’artificio, quando sotto casa mia è scoppiato l’inferno…”. Con il console Lippi c’era la nipote, in vacanza dopo gli esami di maturità: “Ci siamo chiuse dentro – prosegue -, temevamo che il camion potesse esplodere da un momento all’altro. Quando ho capito ch era finita sono scesa in strada: davanti ai miei occhi una scena terribile che non dimenticherò mai”.

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