Napoli, con mazza da baseball su 17enne: minori presi grazie ai social

13 Giu 2016 13:55 - di Redazione

Si avventarono addosso a un 17enne, a bordo di un autobus di Napoli, colpendolo alla nuca a colpi di mazza da baseball. Dopo tre settimane, i carabinieri hanno identificato gli aggressori, anche grazie ai social network: sono tre ragazzini tra i 15 e i 16 anni del centro storico di Napoli. Quasi sicuramente, la vittima è finita nel mirino di una spedizione punitiva, anche se ancora non si è capito il movente dell’aggressione.
Era lo scorso 23 maggio quando il 17enne, mentre si trovava a a bordo di un autobus della linea “R5”, all’altezza della fermata di Calata Capodichino, è stato aggredito dai tre coetanei: colpito più volte, anche alla testa.
Il 17enne si presentò all’ospedale San Giovanni Bosco di Napoli dove i i sanitari gli diagnosticarono una ferita lacero contusa alla nuca giudicata guaribile in 8 giorni. Ai carabineiri il ragazzo raccontò che poco prima, mentre viaggiava a bordo dell’autobus di linea “R5”, proprio alla fermata della Calata Capodichino era stato avvicinato da 3 coetanei a lui sconosciuti che senza alcun motivo avevano iniziato a malmenarlo e che durante la lite uno degli aggressori lo aveva colpito alla testa con un bastone.
A conclusione delle prime indagini i carabinieri della stazione di San Pietro a Patierno insieme ai colleghi del Nucleo operativo della Stella hanno identificato e denunciato in stato di libertà i tre minorenni. I ragazzini, tutti del centro storico di Napoli, sono stati identificati grazie a servizi di osservazione nei pressi della scuola da loro frequentata e a foto estrapolate da un social network. Mentre continuano le indagini per accertare il motivo di quella che a prima vista appare come una vera e propria spedizione punitiva, i tre sono ritenuti responsabili, a vario titolo, di lesioni personali, interruzione di pubblico servizio e porto di oggetti atti ad offendere (tra cui una mazza da baseball); sono stati segnalati alla Procura per i minorenni di Napoli.

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