Rifiuti, a Roma le tariffe più care e i cittadini più scontenti d’Italia

28 Mag 2016 11:49 - di Redazione

Sporca e cara. Più paghi, meno sei contento del servizio: è questa la fotografia di Roma in materia di raccolta dei rifiuti. La Capitale, dice un rapporto Confartigianato, detiene il primato negativo dei costi più alti per l’igiene urbana insieme a quello per la maggiore insoddisfazione dei cittadini. La raccolta di immondizia costa agli abitanti di Roma 249,9 euro pro capite, il 50,9% in più rispetto alla media nazionale e il 9,5% in più rispetto ai 228,15 euro del 2010. Eppure la capitale è percepita sempre più sporca dai suoi abitanti visto che, tra il 2011 e il 2015 la soddisfazione è crollata del 17,7%. Soltanto un quinto degli abitanti apprezza igiene e decoro dei cassonetti (22,6%), pulizia delle aree intorno ai cassonetti (21,7%) e pulizia nella propria zona (21,3%). Appena il 9% dei cittadini trova Roma pulita. Peggio solo a Palermo dove è soddisfatto appena il 7% dei cittadini.

Tariffe rifiuti, a Roma il record negativo

Produciamo meno rifiuti (negli ultimi 5 anni sono diminuiti del 10,1%) eppure le tariffe di raccolta continuano a galoppare, lievitate del 22,7% dal 2011. E spesso a fronte di strade e quartieri invasi da sporcizia. «C’è qualcosa che non va – ha denunciato il presidente di Confartigianato, Giorgio Merletti – le tariffe dei servizi erogati da soggetti pubblici devono rispettare il mercato e non possono essere una variabile indipendente, troppo spesso utilizzata per fare cassa e mettere a posto i guasti di una cattiva gestione». Il quadro che emerge dal rapporto realizzato dalla confederazione è allarmante: l’igiene urbana è costata alle tasche di famiglie e imprenditori italiani nel 2014 in media 167,80 euro a testa, in totale 10,2 miliardi. E siamo ultimi in Ue per livello di soddisfazione. Nel dettaglio, nella Capitale il costo unitario del servizio di igiene urbana (calcolato dividendo la spesa per il peso totale dei rifiuti) è di 41,18 cent/kg, superiore del 24,9% rispetto al valore medio nazionale (32,97 cent/kg) ed imputabile soprattutto al cosiddetto spazzamento, che costa 15,72 cent/kg, tre volte e mezzo maggiore (252,7%) rispetto ai 4,47 euro/kg della media nazionale.

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