Furti nelle case e droga: un clan di criminali albanesi finisce in trappola

27 Apr 2016 10:46 - di Redazione
rapina bergamo

Sono otto albanesi e un italiano gli arrestati e altrettanti i denunciati, tra Padova, Treviso, Venezia e Torino, dai carabinieri di Venezia che hanno sgominato un’organizzazione dedita a furti in abitazioni, rapine e traffico di droga. Una ventina le perquisizioni. Dalle indagini, iniziate nel 2014 e coordinate dalla procura veneziana, è emerso che il gruppo operava nel Nord Italia e nel Nord Europa. Ognuno degli indagati aveva incarichi: per scegliere gli obiettivi, fare i sopralluoghi, partecipare ai colpi e ricettare la merce rubata.

L’arresto degli albanesi e la loro azione criminale

I preziosi venivano venduti dagli albanesi ai titolari di due compra-oro veneziani, entrambi denunciati. Il denaro veniva poi usato per acquistare droga. Già nel 2014 i carabinieri avevano arrestato altri 7 albanesi considerati dall’Arma i primi componenti di quello che si sarebbe rivelato poi un più ampio ed organizzato sodalizio di criminali dedito a furti in abitazione e rapine. A dare un’accelerazione all’inchiesta, l’arresto a Villorba (Treviso), il 2 dicembre 2014, di Engli Kamani, Klaudio Paluka e Hajullah Karaxha, sorpresi a rubare in una casa. Ulteriori accertamenti hanno poi portato a delineare con precisione la fisionomia, il modus operandi e le responsabilità dei singoli appartenenti alla banda. Ma anche di documentare il progressivo passaggio dei malviventi dai furti al più redditizio traffico di droga nel Nord Italia presa anche dall’Olanda e dalla Germania dove gli indagati si erano resi responsabili di numerosi furti in abitazione e dello spaccio di droga. Grazie alle informazioni dell’Arma la polizia tedesca, il 25 ottobre 2014, ha arrestato uno degli albanesi sospettati, Artur Gjoka, poi morto a gennaio dello scorso anno, sempre in Germania, investito da un’auto mentre tentava di fuggire a piedi una volta sorpreso a rubare in un’abitazione. I successivi passi delle indagini hanno portato, il 27 febbraio 2015, all’arresto a San Biagio di Callalta (Treviso) di Zsazsanna Vajda trovata con 2 kg. di cocaina e di una pistola, rubata a Novara. Nella circostanza, per gli stessi fatti, è scattato il fermo per Fatjon Murati e Qerim Azuni mentre stavano per lasciare l’Italia, imbarcandosi dall’aeroporto di Venezia, con 20.000 euro in contanti. E’ quindi seguito l’arresto il 14 aprile 2015, a Marghera (Venezia) di Zvonimir Masera trovato con 7 kg di cocaina e che era in auto con Alfred Miri, denunciato perché aveva con sé 5.000 euro in contanti. Tre giorni dopo, a Spinea (Venezia) è stato ammanettato per droga Fation Stakaj.

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