La Cina apre alla libertà religiosa. Xi Jinping: “Le fedi sono importanti”

25 Apr 2016 11:10 - di Tito Flavi

La Cina lavorerà per rendere le religioni praticate nel Paese compatibili con il socialismo e manterrà il suo supporto soltanto a quelle fedi “cinesizzate”: è il “manifesto” del presidente Xi Jinping illustrato in una conferenza sull’argomento tenuta nel weekend e che getta le basi di un’azione mirata del Partito comunista cinese nel settore. Le questioni religiose, ha affermato Xi nel resoconto dei media ufficiali, hanno “una speciale importanza” nel lavoro del Pcc e del governo centrale, promettendo una totale esecuzione delle politiche del Partito sulla “libertà religiosa” aiutando le diverse fedi ad adattarsi alla società socialista.

La condizione delle libertà religiosa in Cina è sempre stata difficile, ma, secondo quanto riportato da Asianews , la Cina e la Santa Sede avrebbero deciso di mitigare da qualche tempo le proprie posizioni. Oggi i contatti fra Cina e Santa Sede sono abbastanza frequenti, e la loro relazione – si dice – potrebbe presto divenire un rapporto diplomatico ufficiale.

Il fatto è che, negli ultimi anni, le religioni stanno conquistando posizioni di crescente importanza nella vita pubblica della Cina. “I numeri –  si legge su Il Foglio – mettono paura, si stima che entro il 2030 il numero di cinesi cristiani potrebbe superare il numero di affiliati al Partito comunista. Si può davvero pensare di tenere tutto sotto controllo con la repressione e mediante la gestione delle associazioni patriottiche fedeli a Pechino? Iniziano a dubitarne anche funzionari e membri del regime. Lo confermano le recenti aperture relative alle nomine dei vescovi cattolici cui ha fatto seguito l’intervista sulla Cina rilasciata recentemenet da Papa Francesco ad Asia Times”.

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