Video del reporter inglese Cantlie, ostaggio dell’Isis: “I raid Usa? Ridicoli”

19 Mar 2016 19:40 - di Redazione

Dopo essere stato lontano dalle telecamere per oltre un anno e non aver dato notizie di sé per quattro mesi, l’ex reporter britannico John Cantlie torna al suo ruolo di “inviato dell’Isis” con un video da Mosul, in cui si fa beffe degli americani e dei loro bombardamenti. L’ostaggio dello Stato islamico, diventato suo malgrado protagonista dell’efficientissima e professionale macchina della propaganda jihadista, è apparso in un reportage di circa tre minuti realizzato dalla casa di produzione Al Hayat del Califfato e diffuso dall’agenzia Aamaq su Internet. Una delle scene madri lo mostra vicino alle rovine di uno dei “chioschi” usato dall’Isis per la sua propaganda: «Sono proprio disperati se hanno trasformato questo in un obiettivo», afferma Cantlie, vestito in abiti civili, con un giaccone nero e larghi pantaloni dello stesso colore e che sembra smagrito rispetto alle precedenti apparizioni.

Cantlie è ostaggio dell’Isis da quattro anni

Cantlie, rapito nel novembre del 2012 in Siria insieme al collega americano James Foley – poi decapitato nell’agosto del 2014 – è stato usato dall’Isis in passato per una serie di “reportage” da Aleppo, dalla città curda siriana di Kobane al tempo in cui era controllata dallo Stato islamico e dalla stessa Mosul, la seconda città dell’Iraq, considerata la capitale dei miliziani di Abu Bakr al Baghdadi in questo Paese. La sua apparizione precedente a quella di oggi risale al febbraio del 2015, quando, in un servizio da Aleppo, lanciava nuovi strali contro l’Occidente. Qualche giorno dopo in una lettera aperta apparsa sulla rivista Dabiq dei jihadisti chiedeva alla famiglia di “dimenticarlo”. E nel novembre scorso era tornato a scrivere sulla stessa pubblicazione osservando che per i jihadisti “una tregua” con i Paesi occidentali non sarebbe impedita a priori dalla legge islamica. Il fatto che Cantlie riappaia oggi a Mosul potrebbe rientrare in una nuova offensiva propagandistica dell’Isis per mostrarsi invincibile, mentre vanno accelerandosi i preparativi governativi per una controffensiva volta a riconquistare la città.

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