Utero in affitto, divorzia e ripudia il figlio “comprato” ma deve mantenerlo

3 Mar 2016 10:44 - di Redazione

Prima ordina e compra il “figlio” poi ci ripensa: non vuole riconoscerlo né mantenerlo. Dalla Pennsylvania arriva un caso di utero in affitto con un esito eclatante nel guazzabuglio di madri biologiche, madri legali, donne incubatrice. È la storia dell’attrice  Sherri Stepherd, noto volto televisivo americano, che insieme al marito, lo sceneggiatore Lamar Sally, dopo una fecondazione omologa fallita, ha ordinato il bebè attraverso un’agenzia che ha trovato una madre in affitto, Jessica Bartholomew, cameriera single di 23 anni con due figli. «Abbiamo scelto Jessica perché era molto atletica e in buona salute, era stata una giocatrice di basket e, pur essendo vegetariana, ci aveva promesso che avrebbe assunto bevande iperproteiche per essere sicura che il bambino crescesse bene nella sua pancia…», raccontano i due. L’embrione nato è stato quindi impiantato nel grembo dell’attrice che, però, a due mesi dalla nascita, divorzia dal marito. Risultato? L’attrice cambia idea e decide di disfarsi del figlio, come un oggetto diventato scomodo.

L’utero in affitto e la separazione

La Stepherd non vuole neanche vedere il bambino, si rifiuta di comparire come madre nel certificato di nascita e di pagare gli alimenti. Accusa il marito di averla costretta a firmare un contratto per diventare genitori avendo già in mente di divorziare. Dopo la nascita i due presentano istanza di divorzio in due stati diversi, l’uomo in California, che prevede l’utero in affitto, chiedendo la custodia legale del bambino. Lei in New Jersey, che non riconosce la maternità surrogata. Qual è la mamma del piccolo  Lamar Sally jr, nato ad agosto 2014 in Pennsylvania da una donna-incubatrice, per volere di un’altra, l’attrice Sherri Shepherd che lo disconosce alla nascita? Chi deve occuparsi del bambino?

Il giudice respinge il ricorso

Ad aprile un giudice della Pennsylvania ha stabilito che Sherri è sua madre legale, ed è obbligata a mantenerlo con 4mila dollari al mese e a garantirgli la copertura sanitaria fino a 18 anni. L’attrice, per nulla rassegnata, ha fatto ricorso, ma la Corte d’Appello lo ha respinto  confermando la sentenza. L’attrice dovrà occuparsi, suo malgrado, del piccolo. Per la prima volta in Pennsylvania si considera vincolante un contratto di surrogazione. Il piccolo Lamar Sally junior per legge ha una madre che lo ha rifiutato. Il caso dell’attrice Sherri Shepherd che vuol disconoscere il figlio nato da madre surrogata apre un nuovo capitolo sul fronte delle polemiche sull’utero in affitto: quello sulle cause di separazione. Un quadro piuttosto complesso e sconfortante.

 

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